Il ministro della Difesa Arturo Parisi e quello delle Comunicazioni Paolo Gentiloni hanno trovato l’accordo per la liberalizzazione delle frequenze radio nello spettro dei 3,4-3,6 GHz, fino a oggi controllate e utilizzate dalla Difesa, per essere adibite all’impiego civile. In particolare le frequenze liberalizzate saranno destinate all’impiego della tecnologia WiMAX, l’ultima evoluzione degli standard internazionali per quanto riguarda la trasmissione Internet tramite onde radio.
A questo primo accordo per la liberalizzazione delle frequenze seguirà in febbraio un tavolo di lavoro per stabilire la tabella di marcia e infine il lancio vero e proprio. La notizia non può che essere accolta con entusiasmo da esperti e appassionati, società di networking e da tutte le persone che vivono o meno in zone svantaggiate dal punto di vista del collegamento al Web.
L’accordo tra i Ministeri rappresenta il primo attesissimo passo indispensabile per colmare il ritardo accumulato in Italia sia per la diffusione capillare della banda larga, sia per ridurre il preoccupante Digital Divide nostrano. Ancora, grazie alla grande portata (circa 50 km quadrati con una singola antenna installata) e ai bassi costi di installazione (rispetto al cavo), il WiMAX potrebbe giocare un ruolo fondamentale per risolvere il problema dell’ultimo miglio e infine anche per la riduzione dei costi di accesso, ancora superiori in Italia rispetto ai Paesi più avanzati in Europa.
Le caratteristiche geografiche del Bel Paese rappresentano una barriera spesso insormontabile per raggiungere con cavi e fibra diverse zone dell’Italia, creando una crescente disparità tra le città raggiunte capillarmente dalla diffusione del Web tramite cavo e vaste aree emarginate.
Le tecnologie wireless utilizzate congiuntamente, tra cui ricordiamo il Wi-Fi, Hiperlan e ora il più recente e prestante WiMAX permettono di raggiungere anche le zone più impervie, dove la posa dei cavi non è economica, per fornire accesso a Internet a velocità paragonabili a quelle delle linee ADSL. Il tutto con costi sensibilmente inferiori rispetto alle tecnologie via cavo.
La tecnologia denominata WiMAX è l’ultima evoluzione dello standard 802.16d (per le postazioni fisse) 802.16e (per dispositivi mobili). La prima garantisce in linea teorica prestazioni fino a 70 Mbit/s, sufficienti secondo i tecnici che ne hanno definito le caratteristiche per fornire connettività a 60 aziende con linee di classe T1 e allo stesso tempo più di mille abitazioni con connettività aDSL di circa 1 Mbit/s. Lo standard per i dispositivi mobile 802.16e garantisce collegamenti fino alla velocità di circa 120 km orari, offre tecniche per la riduzione delle interferenze, miglioramenti per quanto riguarda il passaggio di un terminale da una stazione a una attigua senza perdita del segnale e anche il roaming, cioè la possibilità di un abbonato di collegarsi tramite un altro gestore.
[A cura di L. M. Grandi]