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Xsan, sta per arrivare lo storage per tutti di Apple

Arriva lo storage targato Apple. Xsan, cioè Storage Attached Network con in più la caratterisitica X che sta diventando sinonimo per molti amministratori di sistema di affidabilità , potenza, economicità , semplicità .

san Apple

La X, infatti, non è utilizzata da Apple solo per marcare la decima edizione del suo sistema operativo, ma anche per la linea di prodotti destinati al segmento delle imprese e non solo. Xserve, Xraid, ma anche Xgrid e adesso Xsan.

A cosa serve il sistema San? Presto detto, utilizzando uno switch a fibra ottica è possibile collegare un “contenitore” per l’archiviazione comune a tutti i server presenti sulla rete. Con la soluzione di Apple, possono essere Mac (Xserve e altro) ma anche Pc basati su Linux e WIndows oltre che architetture differenti.

In pratica, terabyte di spazio dati senza ridondanza e senza mal di testa per la configurazione e l’accessibilità . E’ quello che viene chiamato storage primario o storage in linea. Ci sono poi altri due livelli di storage, calcolabili non solo per la velocità  di accesso ma anche per la affidabilità  e la capienza, che utilizzano di solito librerie (juke-box) di Dvd, oppure di nastri o di altri tipi di media di archiviazione (come i magneto ottici o i nuovi Udo basati su Blu Ray da 30 Gb a disco).

Lo scopo di Apple è quello di fornire un prodotto software (sarà  disponibile dal prossimo autunno e senza “costi nascosti”, cioè senza licenze differenti a seconda del crescere delle dimensioni dello storage) che possa esaltare le potenzialità  delle soluzioni raid di Cupertino, e integrarsi con l’ambiente sviluppato dall’azienda.

Prendiamo a misura alcuni degli usi tipici per i quali viene pensato Xraid: montaggio e gestione video. Qui Xserve e soprattutto Xserve Raid ha un ruolo centrale, visto che consente di mettere in linea una serie di workstation con un sistema di dischi sui quali gestire nella rete l’archiviazione e il lavoro sul girato in digitale. Con Xraid non c’è più bisogno di impazzire cercando di creare una differente struttura dell’archiviazione per il network, dato che una delle risorse – lo spazio sui dischi in raid – viene messo a disposizione per tutti. Il limite di macchine che possono accedere alla configurazione è di 64 biprocessori, cioè 128 cpu.

san schema

L’ottimizzazione del software consente di gestire senza perdita di dati un flusso “in diretta”, con elevati livelli di definizione digitale delle immagini. Il lavoro di amministrazione è gestibile dalle stesse persone che gestiscono gli Xserve e raid, cioè probabilmente gli stessi operatori di montaggio.

Xsan serve anche per ambienti più sofisticati, però, come ad esempio i Data Center e soprattutto i sistemi di calcolo ad alta performance. Avevamo già  accennato in passato al fatto che Apple abbia lanciato una versione “depotenziata” dal punto di vista della completezza della dotazione del suo Xserve per essere utilizzata come nodo in un cluster. Sono il tipo di macchine che, ad esempio, sta montando in questo momento il Politecnico della Virginia, nel suo piano di aggiornamento del cluster realizzato originariamente con 1.100 PowerMac G5.

La possibilità  di avere una (o più) fonti consolidate per i dati consente di avere una notevole ottimizzazione della banda passante e delle pause infinitesimali incontro alle quali vanno le Cpu in attesa da elaborare e che poi influiscono pesantemente sul risultato finale.

Bisognerà  attendere settembre od ottobre per vedere quali saranno i risultati della presentazione di questa nuova tecnologia per Apple. Probabilmente, se si mantiene lungo le premesse che anche Xgrid, il software per l’integrazione del calcolo parallelo di Cupertino, ha posto nei mesi scorsi, allora ne vedremo delle belle. Per i maggiori venditori di server, cioè Dell, Hp, Ibm e gli altri saranno probabilmente piccoli (ma forse neanche tanto piccoli) problemi?

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