Ieri Apple al Nasdaq ha chiuso sotti i 40 dollari, esattamente a 39,35 con un -2,81%.
Gli ultimi giorni, post split del 28 febbraio che ha dimezzato il valore e raddoppiato il numero di azioni in circolazione, AAPL ha perso parecchio, riposizionandosi più o meno ai valori di un mese fa.
Emotività degli azionisti meno attenti probabilmente.
Napster, secondo operatore del settore, a lunga distanza dal primo assoluto iTunes Music Store di Apple, ha dichiarato di essere in forte crescita e da quel momento AAPL ha cominciato a declinare e i volumi di vendite sono anche stati piuttosto importanti.
Che chi utilizzava prima iTMS ora sia passato a Napster To Go appare piuttosto irreale, forse invece (sempre che sia reale quanto dichiarato dai manager della ex divisione di Roxio) Napster avrà richiamato nuovi utenti nel post Superbowl americano.
Pare esserci spazio per tutti, solo il tempo deciderà chi “vincerà ” in questo mercato della musica digitale, sta di fatto che con oltre 300 milioni di canzoni vendute il jukebox di Apple resta leader incontrastato e con crescite incredibili.
Il proliferare di offerte da parte di un numero infinito di concorrenti da un lato può erodere quote di mercato, dall’altro può rafforzare la presenza di un operatore che ha già un mercato vastissimo e la capacità di servirlo al meglio una volta presa coscienza della accresciuta domanda globale.
Tutto il resto viene evidentemente non osservato da chi ha venduto azioni Apple: gli iPod shuffle e iPod mini (gli ultimi arrivati) stanno riempiendo gli scaffali prima desolatamente vuoti dei negozi, i Mac mini sembrano riscuotere grandissimo successo.