Quello che è certo è che gli acquisti on line nel nostro paese non arrivano neppure all’1% del totale facendo dell’Italia l’ultimo in classifica tra i paesi industrializzati. Secondo un servizio pubblicato dal Washington Post la responsabilità dell’arretratezza in questa nuova forma di commercio sarebbe dovuta ad un duplice fattore: il numero ridotto di utenti sulla rete e la diffidenza tutta latina a gettare in pasto ad Internet informazioni che si considerano private.
Non a caso sul fondo della graduatoria in Europa, con noi, ci sono anche Spagnoli, Portoghesi e Francesi mentre ai primi posti troviamo paesi di cultura anglosassone o nordica come Svezia (4.8% di acquisti in rete), Norvegia (4.3%), Olanda (3.2%), Inghilterra (2.7%).
Tutta Europa, in ogni caso, al momento ha percentuali largamente inferiori a quelle degli Usa dove il commercio elettronico soddisfa quasi il 10 degli acquisti mentre nel vecchio continente, infatti, la percentuale non arriva all’1,3%. Un numero che è destinato a diventare molto più grande e superare le due cifre nel 2003 quando gli acquisti su Internet dovrebbero arrivare al 10,3%. Effetto del superamento di alcune barriere culturali e del dilagare dell’utilizzo di Internet.