Non solo Apple aveva visto giusto proponendo per prima sul mercato, ormai alcuni anni fa, la trasmissione wireless col sistema WiFi, ma anche il marketing del nome del prodotto, AirPort, è stato azzeccato predicendo un destino ormai ineluttabile.
Proprio negli aeroporti, prima che in qualunque altro ambiente, il WiFi trova un eccezionale sviluppo che, nei ritardi aerei, evidentemente, ha il suo punto di forza per chi vuole sfruttare questi periodi d’attesa per continuare a lavorare o semplicemente restare connesso al web.
Abbiamo più volte notato da queste pagine che molti scali in giro per il mondo si stanno dotando della copertura wireless, a volte gratuita e a volte a pagamento.
Ultimo caso l’aeroporto britannico di Birmingham che grazie all’operatore UK Explorer copre con internet wireless l’intero Terminal 2.
Ci sono state comunicate da Martin Hickman di UK Explorer le tariffe (non propriamente a buon mercato, soprattutto sul “breve”) per l’accesso:
4 sterline (6,33 euro) per 30 minuti, 6 sterline (9,50 euro) per 1 ora, 12 sterline (18,99 euro) per 1 giorno, 24 sterline (37,98) per 1 settimana e 39 sterline (61,72 euro) per un mese intero.
Birmingham è raggiunta da British Airways diverse volte la settimana da Milano, Roma e Venezia (prossimamente sarà collegata anche Torino).
Ricordiamo che, pur restando ancora da chiarire la legislazione italiana che non permetterebbe l’uso pubblico, tempo fa avevamo raccontato dell’unico esempio italiano paragonabile: Megabeam (che ora non esplicita più le tariffe e che non permette agli italiani i periodi di effettuare unaprova gratuita), decidendo evidentemente di sfidare la lentezza legislativa.