775 milioni di dollari in contanti e 75 milioni di dollari in forma di credito per l’acquisto di software. Ecco quanto è costato a Microsoft sanare l’ennesima causa antitrust. Questa volta a beneficiare dell’accordo è IBM che aveva querelato la casa di Redmond nel 1999, poco prima dell’ormai arcinoto processo gestito dal giudice Jackson.
Al termine del procedimento legale ad IBM era stato riconosciuto il diritto ad un risarcimento per essere stata oggetto di una discriminazione da parte di Microsoft. Redmond avrebbe infatti praticato costi più alti per l’uso di Windows come vendetta per avere essere stata tra i suoi concorrenti con OS/2 e la SmartSuite. IBM avrebbe avuto a disposizione Windows 95 solo 15 minuti prima del lancio quando invece altri produttori di PC avevano avuto le loro copie diversi giorni prima, il che determinò ingenti perdite per IBM che arrivò sul mercato con computer dotati del nuovo sistema operativo settimane dopo altri concorrenti.
I 775 milioni di dollari pagati da Microsoft rappresentano uno dei pagamenti più ingenti nella lunga lista di versamenti attuati per mettere fine alle pendenze scaturite dalle condanne antitrust. Solo Sun, che ha ottenuto 1.6 miliardi di dollari, può vantare un accordo a costi superiori. Ad America On line era stata pagata la stessa cifra di IBM. Complessivamente Microsoft ha fino ad oggi versato 3 miliardi di dollari ai concorrenti che l’hanno querelata negli USA per pratiche contrarie alle norme che regolano la concorrenza. In Europa Microsoft ha già pagato una multa di quasi 600 milioni di euro per avere infranto le regole dell’antritrust.
