
Tornando all’iMac touchscreen ne parlammo all’epoca in quest’articolo: all’epoca secondo voci da Taiwan alcune società avevano fornito ad Apple campioni di touch panel da 20 e più pollici per la realizzazione di un iMac touchscreen che la casa di Cupertino aveva in cantiere. Qualche mese dopo l’allora CEO di Apple, Steve Jobs, dichiarò che la tecnologia touchscreen non è adatta per essere usata su un computer da tavolo poiché, a suo dire, l’utente si stanca a interagire tutto il giorno con un grande schermo posto in verticale. Apple sembra abbia fatto test approfonditi e scoperto che le superfici touch con cui l’utente interagisce non devono essere messe verticalmente. “Dopo un po’ ti affatichi”, sostenette Jobs, “e il braccio vuol tornare giù; dal punto di vista ergonomico è terribile”.
Jobs, mostrando la foto di una persona che toccava lo schermo di un laptop touchcreen dichiarava: “Questo (metodo), non funziona”. Ken Bosley, product marketing manager per i PC consumer di HP (società che già all’epoca aveva a listino alcuni computer con schermo touchscreen) interpellato per capire cosa pensasse delle parole del CEO della casa di Cupertino sorprendentemente diede ragione a Jobs evidenziando che il problema di questo tipo di schermi è non solo il loro costo ma anche l’impossibilità di tenerli fermi poiché più lo schermo diventa grande, più tende a oscillare e muoversi. “Lo schermo dovrebbe stare fermo come una roccia: un risultato difficile da ottenere con un computer portatile e un problema al quale nessuno ha ancora trovato una soluzione valida”.
[A cura di Mauro Notarianni]
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