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Apple cresce, il mercato dei computer meno

Apple aumenta la sua quota di mercato e passa dal 3,9 al 4,4% ma non riesce a scalare la classifica delle vendite. Nonostante la società  di Cupertino, infatti, abbia superato IBM viene a sua volta superata da eMachines e resta ancora al sesto posto. Questo l’esito dell’indagine trimestrale compiuta sul mercato americano dalle due maggiori società  di analisi, Dataquest ed IDG da cui emergono quali dati salienti proprio il successo di eMachines, specializzata in computers a basso costo, e la crescita di Apple che si avvicina sempre più alla soglia del 5%.
La soglia del 5% è considerata dalla maggior parte degli analisti un punto critico per la piattaforma. Al di sopra potrebbe infatti innescarsi un ciclo virtuoso con maggior interesse da parte delle terze parti e dei produttori di software. “La crescita di Apple – commentano gli analisti – è uno dei fenomeni di rilievo di quetsta prima parte dell’anno sul mercato americano. Lo dimostrano la crescita del 28% rispetto al trimestre precedente, la quarta maggiore nell’industria, e le 538.000 macchine vendute”.
Ancora più sorprendente è la crescita di eMachines che ha messo a segno un +79,5% sul mercato interno americano. Merito, essenzialmente, dell’offerta di macchine a basso costo che riescono a soddisfare la fame di computer che ancora si manifesta tra i consumatori americani. La prestazione della società  californiana (ma con capitali coreani) che, lo ricordiamo, è una di quelle querelate da Apple per avere copiato iMac, ha fatto retrocedere IBM fino al sesto posto anche se per capire la reale causa dei mali di Big Blue è necessario guardare altrove.
Ad esempio alla scelta di uscire dal mercato della vendita al dettaglio. Alla base del calo di un calo delle vendite stimato intorno al 14% a livello mondiale ma di quasi il 50% nel mercato interno americano, anche il rallentamento determinato dal post-bug anno 2000. La maggior parte delle grandi installazioni e dei clienti business, quelli a cui si rivolge essenzialmente IBM, hanno infatti completato un ciclo di rinnovamento appena prima della fine dello scorso anno, proprio nello sforzo di evitare i problemi che avrebbe proposto il salto del millennio. Così nel trimestre successivo in pochi si sono rivolti ai rivenditori per acquistare nuove macchine.
Chi, invece, ha avuto pochi problemi e continua a dimostrarsi estremamente vitale è Hewlet Packard. Secondo IDC, infatti, la società  guidata da Carly Fiorina è oggi il produttore mondiale con il più alto tasso di crescita: 67% negli USA e 56% a livello mondiale, dati che l’hanno proiettata dal 4° al 3° posto sul mercato interno americano consentendole di superare Gateway (un’altra delle società  colpite dal rallentamento del mercato post-anno 2000) e dal 5° al 3° a livello mondiale dove ha superato IBM e Fujitsu-Siemens.
Le prime due posizioni in USA sono conteste tra Dell e Compaq. Secondo Dataquest infatti è quest’ultima ad avere la maggior percentuale di vendite con il 16,8% seguita da Dell con il 16,4% mentre IDC assegna, anche se solo per qualche decimale, il primo posto a Dell. A livello mondiale, invece, sia IDC che DataQuest assegnano a Compaq il primo posto seguita sempre da Dell.
Uno sguardo generale al mercato dei computer, infine, mostra un primo trimestre al rallentatore. Le vendite, secondo IDC, sono cresciute del 17% rispetto allo stesso trimestre del 1999 ma meno del 20% previsto. Gli analisti non danno però molto peso al raffreddamento degli acquisti che sarebbe una conseguenza dell’esplosione dello scorso anno nel settore professionale. “Le vendite in quell’ambito – dice Gabrielle Griffith, un’analista di IDC – sono andate meno bene del previsto, ma quelle nel settore consumer un po’ meglio”. Proprio questo fenomeno ha determinato le conseguenze più visibili degli ultimi giorni, rispettivamente la perdita di posizioni di IBM e Gateway, molto forti nel settore dei server, e anche il calo delle vendite di Microsoft.
Il prossimo trimestre potrebbe andare meglio di quello attuale, predicono gli osservatori del mercato, anche se probabilmente sarà  necessario contare sui mercati asiatici per vedere un aumento consistente delle vendite. Per Europa e USA, invece, la sfida risiede nella capacità  da parte dei produttori di convincere i consumatori a cambiare più spesso le loro macchine. “Visto che l’espansione del mercato informatico sembra essere in rallentamento – dicono gli analisti – è questa la vera sfida da vincere. Se i produttori ce la faranno, vedremo aumentare ancora le vendite, in caso contrario assisteremo ad un altro rallentamento del mercato”.

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