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Apple ha le armi giuste per dare la caccia al 95%?

Prendiamo in esame l’esempio che il Nasdaq ci ha fornito mercoledi scorso: un capitombolo del titolo AAPL che fino a circa due ore dalla chiusura delle contrattazioni di borsa rasentava il -12%, per poi, alle ore 16 di New York City, andare a rimbalzare fino ad un -7% equivalente a 21,96 dollari.
Gli azionisti istituzionali, quelli capaci di spostare grandi masse di investimenti e quindi decidere il mercato, sembrano avere ascoltato attentamente le parole di Steven Ventura, analista di Merril Lynch, ed avere agito di conseguenza.
Non solo Ventura ci fa sapere che le già  note problematiche di Apple nel produrre un numero adeguato di nuovi iMac LCD si rivelerebbero più pesanti del previsto (5.000 pezzi in gennaio e un numero variabile tra i 5.000 e i 10.000 pezzi in febbraio) ma si avanzano anche dubbi di sicurezza: “potrebbero esserci problemi con le radiazioni emesse dal nuovo computer e questa sarebbe la causa del rallentamento della produzione”.
Sui rumors (quanto “naturali o artificiali” lo lasciamo giudicare a voi) non si possono costruire castelli di carte e attendiamo notizie ufficiali in merito, ma quanto alle unità  prodotte bisogna dire che si tratta di numeri, e su questo c’è poco da smentire.
Le intenzioni dichiarate di Apple sono di andare alla conquista del restante 95% del mercato, con il proprio l’attuale 5% orgogliosamente parificato alla quota che hanno prestigiosi marchi automobilistici tedeschi (BMW e Mercedes) sul totale delle autovetture vendute globalmente.
Preso atto che i computer di Apple sono ottimi, diciamo pure i migliori (quanto meno, a nostro giudizio), c’è da chiedersi se siano stati fatti tutti gli sforzi necessari per raggiungere l’obiettivo.
Che speranze di invadere il mondo coi suoi prodotti può avere un ottimo artigiano se continua a costruire nello stabilimento familiare assieme ad un manipolo di fedeli aiutanti, sempre quelli?
Il dilemma industriale di produrre quantità  e qualità  a basso costo è arrivato al capolinea e sembra mostrare i suoi limiti.
Certo Apple non e’ comparabile per mezzi all’artigiano di cui sopra ma qualunque sia il problema (pochi impianti, poco personale, poca materia prima o addirittura problemi di sicurezza), deve correre ai ripari perché stanno cominciano a perdere di credibilità  gli annunci di nuovi eccellenti prodotti, accompagnati dalla disponibilita “today” se poi gli iMac LCD

presentati ad inizio gennaio sono arrivati in pochissimi esemplari solo questa settimana (un mese e mezzo dopo) nei canali di vendita italiani (ma non è molto diverso anche all’nel resto d’Europa).
E per quanto si voglia fare come le tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo), a dire la cruda verità  c’è il Nasdaq con i suoi alti e bassi tutti i giorni, e quella e’ la verità  che conta per gli azionisti, anche oltre tutti i buoni propositi di questo pianeta.

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