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Apple, non va in rosso ma conclude un trimestre difficile

Apple centra le previsioni, seppure ridotte dal noto “warning” di qualche settimana fa, ma il clima resta difficile e Cupertino soffre su tutto il fronte e viaggia a vista. Questo il succo dei commenti di Fred Anderson, responsabile del settore finanziario di Apple, alla presentazione dei risultati fiscali di Cupertino.
Il trimestre si è chiuso con profitti per 32 milioni di dollari, 9 centesimi per azione, su un fatturato di 1,43 miliardi di dollari. Come accennato Apple ha centrato le previsioni ribassate qualche setti,ana fa, ma la debolezza delle performance è tutta nel confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno quando Apple aveva guadagnato quasi il doppio (61 ,ilioni di dollari) su un fatturato di 1,48 milioni di dollari.

Nel corso del trimestre Apple ha venduto 808.000 computer, il 2% in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Il calo si è nota soprattutto nel settore desktop ma anche nel campo del business. Gli iMac e gli eMac sono andati meno bene del previsto ma anche i PowerMac e i PowerBook acquistati dai chi utilizza professionalmente le macchine sono stati al di sotto delle previsioni. Questa situazione, nonostante un rallentamento delle produzione degli iMac, ha determinato una aumento dei magazzini a 6,5 settimane.
I dati dicono che iMac a schermo LCD, iMac originali con schermo CRT e eMac sommati hanno deterrto vendite per 378.000 pezzi, pochi di più di quelli del
Solo iMac nel trimestre precedente. I PowerMac venduti sono scesi a 167.000 da 211.000. Crescono, seppure di poco, i PowerBook (94.000 contro 89.000) ma aumentano sensibilmente le vendite di iBook (da 141.000 a 169.000). Meno di quanti previsto anche gli Xserve distribuiti sul mercato. Complessivamente, in ogni caso, la riduzione delle vendite è da attribuire all’80% alle cattive prestazioni di iMac.

Parlando dei mercati specifici Anderson ha detto che la situazione peggiore si sta determinando in Europa da dove è venuta la metà  del calo complessivo di vendite per Cupertino. In Europa Apple sta anche trovando un mercato in evoluzione e che deve fare il conto con il rafforzamento dell’Euro.

Vanno male anche le vendite nel campo educational, del 7% al di sotto delle previsioni di Apple e del 17% più basse di quelle dello scorso anno.

Anche le vendite nei negozi retail sono state inferiori alle previsioni.

Lo sguardo al futuro di Anderson ha avuto accenti estremamente prudenti. Il capo delle operazioni finanziarie ha sottolineato come la campagna “Switch” sta cominciando a funzionare, ma le spese sono destinate a crescere in seguito ad alcuni investimenti e i margini potrebbero ridursi in seguito alla riduzione di prezzo su alcuni modelli. Accanto a ciò alcuni investimenti chiave, come quello in Akamai e Earthlink non forniscono buone prestazioni. Infine né per il mercato consumer né, soprattutto, per quello educational che nel trimestre da luglio a settembre fa alcuni dei suoi principali acquisti, si prevede un rimbalzo. Tutto questo, sommato ad alcuni costi di ristrutturazione con il licenziamento del 7% dei dipendenti dello stabilimento di Sacramento, potrebbe determinare perdite nel prossimo quarto fiscale.

Se le previsioni di Anderson si avverassero si tratterebbe del primo trimestre in rosso dall’ormai famoso “trimestre nero” di fine 2000 quando Apple dichiarò perdite per milioni di dollari e il mercato rispose con una decurtazione del 50% del valore delle azioni di Cupertino.

Ulteriori dettagli e un tabella riassuntiva dei risultati fiscali, li potete avere in questo altro articolo di Macity

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