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AppleStore in Italia: parla Johnson

“E così vorreste un AppleStore a Milano? Andrebbe bene la zona del Duomo?”.

A rispondere così, un po’ sornionamente e con un sorrisetto ammiccante, alla domanda del vostro cronista e di tutti voi, se e quando sarà  aperto un punto vendita di Apple in Italia, è Ron Johnson, non un manager qualunque di Cupertino ma colui che ha pianificato la strategia dei negozi e ne sta gestendo l’espansione e la differenziazione sia a livello internazionale che in fatto di tipologia (tra le sue iniziative anche gli AppleStore Mini come quello di Stanford che vedete in calce e di cui pubblicheremo una galleria prossimamente).

Macitynet ha incontrato il “re dei company stores” appena dopo il Keynote di Steve Jobs, quando si chiudono i battenti della Esplanade Ballroom e il momento è il migliore per scambiare qualche battuta informale con i manager di Apple.

Tra la piccola folla di VIP e dirigenti, Tevanian, Cook, Rubinstein e Schiller, insomma quasi tutti i vice president di Apple, in prima fila c’era proprio anche Ron Johnson che, cordiale e simpatico, non si è sottratto a qualche domanda che gli abbiamo posto.

Inevitabile la prima e più scottante domanda per il nostro pubblico: a quando il primo negozio gestito direttamente da Apple anche in Italia? Altrettanto inevitabile la risposta un po’ elusiva accompagnata da un grande sorriso: “vi piacciono? sono contento”.

Dopo il nostro assenso sulla qualità  dell’allestimento, il discorso continua con un po’ più di attinenza alla domanda iniziale: “lei dove lo vedrebbe bene il primo negozio? A Milano? – dice Johnson quando apprende che il cronista viene da quella città  * molto bene, e secondo lei la zona del Duomo potrebbe essere una location adatta?”. Una risposta che stupisce e contemporaneamente ci fa sospettare che Johnson non solo è conscio della rilevanza di Milano in termini economici e di impatto d’immagine, ma anche che il centro nei pressi del Duomo è una delle vetrine d’eccellenza del capoluogo lombardo.

Questa risposta è forse è un po’ poco per spingersi a dedurne con certezza che sia stato fatto un progetto, un piano, uno studio, per lo sbarco in Italia, ma certo l’idea che il “grande timoniere” del retail di Apple abbia ben presente dove sarebbe idealmente opportuno aprire un negozio, ci spinge a qualche volo pindarico e ad immaginare che magari a qualcuno possa avere messo l’occhio, ad esempio, sui locali un tempo occupati dal Virgin Megastore, ormai chiuso da tempo.

Così incalziamo l’interlocutore: “anche il quadrilatero della moda con via Montenapoleone, nel centro di Milano * diciamo a Johnson – sarebbe per Apple una scelta a tema con il design, la moda e i prodotti eccellenti che figurano nelle vetrine di Cartier, di Armani, di Versace, di Vuitton, anche se la zona di Montenapoleone è tra le più costose del mondo per aprire un negozio”. Johnson, che pare ancora avere ben presente quello di cui stiamo parlando, annuisce e puntualizza facendo riferimento al negozio di Regent Street dove tagliò il nastro dell’inaugurazione: “lei che era a Londra avrà  visto quale negozio siamo stati capaci di aprire a Regent Street, una zona costosissima”.

Insomma a Cupertino il “caso Italia” e le sue particolarità  sembrano essere ben presenti e i costi non sono, come altrove, il problema principale. Quando e se questa conoscenza verrà  tradotta in pratica solo Johnson lo sa, ma alla fatidica e finale domanda sui tempi dello “sbarco in Italia” la risposta è quella prevedibile: “non posso dirvi ancora nulla ora su questo argomento”.

Il colloquio si chiude qui. Ci allontaniamo forse senza troppi indizi su una prossima apertura di un negozio ma con l’intima convinzione che prima o poi sarà  anche il nostro turno.

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