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BitTorrent, stangata silenziosa: via milioni di download illegali

Gelata di Pasqua per i fornitori di torrent della rete. Il protocollo P2P che viene utilizzato per lo scambio di materiali digitali di vario genere, legali o no, è stato oggetto di una ondata di richieste di eliminazione di file torrent illegali. Si tratta di almeno due o tre milioni di torrent eliminati, a ritmo di un centinaio di migliaia a settimana. Scomparse dalla rete serie televisive, film, blockbuster, musica, libri.

L’offensiva è frutto di uno sforzo coordinato da parte di tutte le principali associazioni per la gestione del copyright: dalla RIAA alla MPAA, “famose” per le cause intentante negli anni passati a chi veniva scoperto a scaricare e ridistribuire illegalmente materiale sottoposto a copyright.

Il conteggio, che sembra più un bollettino di una guerra da super-eroi stile Vendicatori o Lega della Giustizia, è spaventoso, per chi parteggia per la libertà anarchica di tutti i materiali in rete: da BitSnoop (che aveva uno dei più larghi database di torrent illegali della rete) a KickassTorrentz, passando per decine di altri, gli adempimenti alle richieste di “cease and desist” dal tenere file illegali sui propri server hanno “tagliato” gli screener di Batman v Superman come le serie tv più di moda e il software piratato.

Mentre da tempo i consumi di questo tipo di materiali si erano spostati decisamente verso i siti di streaming, il download tramite torrent era considerato più “semplice” da gestire perché l’architettura del protocollo P2P non prevede lo scambio del file incriminato (ad esempio un film) quanto di un file torrent che contiene i suoi attributi digitali, permettendo a chi lo prende e lo attiva di accedere ai server p2p che effettivamente mettono in contatto i singoli con parte o tutto il file in memoria e consente di scambiarlo. Per questo motivo la maggior parte dei fornitori di questo tipo di servizi sono situati in paesi europei o negli Stati Uniti: non archiviano materiale protetto da copyright e fanno da mediatori per lucrare sulla pubblicità. Le richieste di rimozioni invece stanno facendo saltare questo modello.

Alle richieste avanzate a cascata, e automatizzate tramite ricerche sugli stessi motori di ricerca Torrent e su Google, resiste solo PirateBay, che può contare su una delle più toste crew di attivisti della pirateria digitale. Tramite iniziativa della magistratura italiana il sito di PirateBay è oscurato nei server DNS di tutti i fornitori di connettività italiani, e quindi tecnicamente non raggiungibile per chi si connetta dal nostro Paese.

Non è la prima volta che viene data una potente stangata al mondo del P2P e a BitTorrent in particolare. Di solito passa qualche mese prima che la polvere si posi e il mondo della pirateria e dei torrent ritrovi una sua configurazione efficace. Non è detto però che accada anche questa volta: una legislazione mondiale più efficace ma soprattutto un coordinamento e una automazione maggiori stanno mettendo a dura prova la tenuta di un mercato paralegale e basato su profitti facili a basso rischio. Anche solo la complicazione legale di gestire lettere di ingiunzione e minacce di cause legali potrebbe essere la goccia che fa saltare equilibri precari, bloccando di fatto la sorgente di quasi un terzo del traffico Internet.

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