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Blocco ai “copioni” di iMac: fu vera gloria?

Per quanto riguarda il caso di eOne, secondo alcune dichiarazioni dei responsabili di E-Machines che producono il clone, le disposizioni del giudice, pur bloccando dal prossimo 31 marzo le vendite del prodotto non ipediscono di mettere in circolazione un modello ridisegnato e di mantenere il nome originario. E’ evidente che un restyling imposto da una corte distrettuale è una grande novità  nel panorama industriale e segna un successo per Apple, ma è anche altrettanto evidente che un semplice restyling non è certamente un provvedimento particolarmente restrittivo se si pensa che giunge a distanza di quasi un anno dall’annuncio del prodotto, quando un restyling, in ogni caso, sarebbe molto probabilmente stato imposto anche dal mercato. E-Machines, sostiene Pattie Adams, senior director of corporate communications, cancellerà  la linea colorata e lancerà  un nuovo modello con lo stesso nome che sarà  disponibile da aprile. Un disegno del nuovo modello, di cui si sa molto poco, era stato allegato al documento che dettaglia i provvedimenti della corte e, quindi, è stato evidentemente visto e approvato da Apple.
La situzione per quanto riguarda, invece, il caso di E-Power, pare essere ancora più complicata. Secondo Apple, anche per questa causa, la corte distrettuale di San José avrebbe dato pienamente ragione alla società  di Cupertino e l’ingiunzione allo stop alla distribuzione sarebbe ora definitivo. In realtà , segnala ZDNet, nel sito del tribunale si legge che per il prossimo 10 aprile è in calendario una nuova seduta con all’esame la disputa che vede opporsi gli avvocati del produttore di cloni e quelli di Apple. Bill Voecks, GM di Future Power che produce E-Power, da parte sua conferma che per quanto in sua conosceza la situazione non è cambiata. Ma per quanto riguarda E-Power il caso potrebe diventare ben presto obsoleto visto che il case del computer simile ad iMac cambierà  molto presto.
Le cause di Apple erano state intentate su una particolare normativa del codice americano che protegge il “trade dress”, in sostanza i diritti di chi ha creato un prodotto con un look and feel che lo contraddistingue in maniera indelebile ma che non è registrabile per le sue caratteristiche globali. E’ il caso, ad esempio, del look Ferrari che potrebbe essere imitato senza copiare una sola vite delle macchine di Maranello. Per poter essere riconosciuto un infrangimento del “trade dress” chi inoltra il caso deve poter dimostare di avere creato un prodotto originale ed immediatamente distinguibile nella percezione dei consumatori e che il concorrente, copiando questo look and feel, confonde gli stessi consumatori facendo loro ritenere di avere di fronte l’originale o un oggetto che ha qualche cosa a che fare con l’originale.

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