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La Russia potrebbe nazionalizzare Apple

Apple nazionalizzata da governo Russo? La prospettiva nasce sulla base della scelta fatta da Apple stessa che, come centinaia di aziende occidentali ha sospeso le sue attività nel paese spingendo quel governo a nazionalizzare i beni di queste imprese

La proposta è partita da Andrei Isayev, parlamentare di Russia Unita, il partito di Putin. Per mantenere migliaia di lavoratori senza lavoro mentre il cappio delle sanzioni si stringe attorno all’economia russa, Putin e il suo partito stanno lavorando a un disegno di legge che consentirebbe alle autorità di nazionalizzare temporaneamente la proprietà delle società che hanno cessato l’attività. Il testo deve essere discusso oggi al parlamento russo.

L’idea è di trasferire l’attività di queste società a team di gestione esterni al fine di “evitare il fallimento e preservare i posti di lavoro”, secondo quanto riferito da Russia Unita. La gestione esterna verrebbe richiesta al momento dell’effettiva cessazione della gestione dell’organizzazione, ad esempio, se la direzione ha abbandonato il territorio della Federazione Russa dopo l’inizio dell’operazione militare in Ucraina, lasciando l’azienda senza governo o incapace di adempiere ai propri obblighi.

C’è anche Apple tra le aziende che la Russia potrebbe nazionalizzare
Foto: Alexander Dorofeev, Unsplash

L’amministrazione esterna dovrebbe garantire le attività della società, formare un registro dei creditori e dei relativi crediti, effettuare l’inventario dei beni, la loro valutazione e sostituzione, attività che saranno “riconfigurate” in una nuova organizzazione, che a quel punto possono essere anche vendute all’asta.  Viene da chiedersi cosa succederà nel caso di Apple dal momento che le esportazioni dei suoi prodotti sono state congelate.

Il testo non specifica cosa accadrà se la società straniera continuerà a pagare i propri dipendenti russi, pur avendo interrotto la propria attività nel Paese. È il caso ad esempio di McDonald’s, che ha accettato di pagare i salari a 62mila dipendenti. La catena di fast food ha calcolato che questa decisione, oltre ai costi legati alla chiusura dei suoi ristoranti, rappresenta un costo di 50 milioni di dollari al mese.

McDonald’s è solo una delle tante aziende occidentale che hanno abbandonato il mercato;  dopo Apple, Lego, Nike, Volkswagen, Bmw, Mercedes, Toyota, Harley-Davidson, Dhl, Shell ed Eni. Un elenco che cresce sempre di più in una Russia sempre più isolata e nella quale gli utenti non hanno neanche accesso alle carte di credito Visa e Mastercard e al commercio online verso l’esterno.

Per tutte le notizie di tecnologia che ruotano attorno alla tematica della guerra tra Russia e Ucraina, e per vedere quali sanzioni hanno applicato le big tech, come Apple, il link da seguire è direttamente questo.

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