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ChatGPT, se trovi un bug OpenAI ti ricompensa

OpenAI ha bisogno di voi: la società creatrice di ChatGPT ha appena lanciato il Bug Bounty Program, una sorta di concorso tramite cui intende premiare tutte quegli utenti che le segnaleranno eventuali falle di sicurezza, vulnerabilità e altri problemi individuati all’interno del suo sistema di AI.

Il programma è aperto a tutti, dai ricercatori di sicurezza alle persone comuni che hanno la semplice passione per la tecnologia, e i premi saranno elargiti in denaro, a partire da 200 dollari per i piccoli difetti, a problemi più gravi e «scoperte eccezionali» che possono essere pagate fino a 20.000 dollari. Il tutto sarà gestito attraverso la piattaforma Bugcrowd, sia per l’inoltro delle segnalazioni che per l’invio dei pagamenti.

Non la prima, neppure l’ultima

Eventi come questi non sono una rarità; altre aziende tech, compresi colossi come Google e Apple, hanno lanciato programmi di bug bounty in passato. Ad esempio nel 2019 Google ha complessivamente sborsato 6,5 milioni di dollari per i premi dei segnalatori, arrivando ad offrire oltre 200.000 dollari per singole ricompense. Apple è andata persino oltre, offrendo fino a 2 milioni di dollari per chiunque avesse trovato «problemi che aggirino le protezioni» dei suoi dispositivi.

ChatGPT, se trovi un bug OpenAI ti paga

Che per ChatGPT si stia facendo lo stesso è più che lecito: il mese scorso l’intero sistema è stato messo offline dopo che gli utenti hanno riferito di aver avvistato conversazioni che non avevano mai tenuto col chatbot e pochi giorni dopo un utente tramite Twitter ha fatto sapere di aver trovato 80 plugin segreti all’interno del sistema.

Non tutti i problemi segnalati ad OpenAI (qui il concorso) garantiranno un premio in denaro, ma il fatto che ci si stia dando da fare dimostra che la società si sta cominciando ad occupare seriamente dei problemi di sicurezza e privacy del suo chatbot, specie dopo il blocco del servizio nel nostro paese. «Lavoriamo duramente per prevenire i rischi, ma non possiamo prevedere tutti i modi (compresi quelli impropri) con cui le persone useranno le nostre tecnologie»; il tempo ci dirà se questa iniziativa riuscirà a fare qualcosa per impedire gli abusi.

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