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Da Anarchie ad Interarchy: l’evoluzione in 8 passi

Con la tendenza moderna di accentrare nelle funzionalità  del Sistema Operativo compiti prima svolti da programmi accessori, spesso ci si potrebbe chiedere per quale motivo rivolgersi (e spendere ulteriori denari) a software che svolgono tutto sommato le stesse funzioni?
Eppure se è chiaro a tutti qual è la differenza tra la funzione di masterizzazione di Mac OS X e la flessibilità  di opzioni di Roxio Toast, analogo discorso si può portare per la capacità  di collegamento FTP integrata nel Sistema Operativo e la pleteora di caratteristiche offerte da Interarchy.

La versione 8 di Interarchy è il perfetto risultato di un’operazione di accrescimento. Partendo dal normale concetto di un client FTP e nutrendolo con steroidi, nel corso di tredici anni si è giunti allo stato attuale, arricchendosi di decine di ulteriori strumenti che ne hanno fatto un software per la rete e per il network dalla grande versatilità .
Oltre a permettere le tradizionali connessioni in upload e download via FTP, SFTP e la specifica FTP over SSH (FTP/SSH), il vero elemento di distinzione dalla concorrenza, è la capacità  di eseguire download di file o interi siti web usando direttamente il protocollo HTTP. Assai estese sono le opzioni dedicate al mirroring e la sincronizzazione a due vie delle cartelle sul proprio HD locale ed uno in remoto: un’apposita funzione di “Auto Upload” permette di avere un’immagine in locale della cartella da modificare sul server FTP. Operando sulla la prima, automaticamente anche la seconda cambierà  di conseguenza, posizionando tutti i file nelle loro corrette posizioni.

Le principali novità  dell’ultima release comprendono il supporto al protocollo WebDAV, quello proprio dell’iDisk di Dot.Mac, la trasmissione via protocollo sicuro HTTPS e l’integrazione degli algoritmi di sicurezza criptati FTP/SSL-TLS.
L’ammodernamento generale ha coinvolto anche le più moderne tecnologie proprie di Mac OS X: ora è possibile sfruttare i flussi di Automator per programmare azioni automatiche di download-upload, mentre i widget di Dashboard monitorano lo stato del network e raccolgono i bookmark. Inoltre già  nella scorsa versione 7.2 veniva previsto un menu contestuale aggiuntivo per Safari che fa sfruttare Interarchy direttamente per lo scarico dei file dalla rete.
Naturalmente, per l’occasione, oltre alle modifiche citate, l’autore ha approfittato per convertire in Universal Binary il suo applicativo, in modo da garantirne una futura lunga vita anche sui Macintosh con processore Intel.

Del resto Interarchy è un software che ha resistito brillantemente allo scalfire del tempo: nel 1993, sul System 7 faceva capolino con un nome diverso, Anarchie (poi cambiato in corsa per motivi di cybersquatting), forse ignaro che sarebbe diventato uno tra più longevi ed articolati software della storia del Macintosh.
I numerosi riconoscimenti, nel corso di questi anni, hanno dato ragione alla tenacia ed all’impegno del programmatore, il quale dopo aver fondato una software house praticamente monoprodotto, ha dovuto costantemente perfezionare il suo programma confrontandolo con una concorrenza fortissima e spietata. All’epoca del Mac OS tradizionale erano ben poche le alternative nel settore che offrissero un tal grado di completezza, ma, con la transizione all’attuale Sistema Operativo, le possibilità  son fioccate, sia derivate dal parallelo mondo di Unix, sia persino trasportate da preesistenti progetti di NeXTStep.
Interarchy, comunque, si è sempre distinto dal resto presentando congiuntamente una grande quantità  di strumenti di analisi della connessione di rete: stato della medesima, lista delle connessioni attive, trace route, port scan, nonché il monitoraggio con chiari e scenografici diagrammi.

Provato per qualche ora, e messo a confronto con gli altri client FTP, dobbiamo ammettere che la qualità  del codice nativo per Mac OS X, che sfrutta i carbon events ed il native core networking, fornisce al programma quella reattività  e velocità  in più che lo separano dai concorrenti.
L’interfaccia è migliorata con il tempo, adeguandosi al più puro stile “Aqua”, anche se l’elevato numero di finestre che si aprono all’eseguire le varie operazioni, alla lunga può essere disorientante. I vari download in esecuzione sono stati raccolti in un’unica finestra scorrevole, per non saturarne lo schermo con troppe, e l’accorpamento “tabbed browsing” (come Safari e Mozilla), non spreca troppo spazio a schermo.

Dopo tutti questi elogi e punti positivi, giungiamo alle dolenti note; in effetti l’unica obiezione che si può muovere a questo sofisticato prodotto è il suo prezzo elevato. La cifra di 39$ richiesta per una licenza, lo scaglia fuori dal tradizionale circuito shareware dal “fee” di 15-20$, per posizionarlo, invece, in prossimità  di prodotti commerciali di ben altro blasone e costo! Basti pensare ai prezzi di un moderno videogioco, tanto per completare il paragone mentale.
C’è da dire, per amor di completezza, che molte delle caratteristiche di questo software sono uniche e per chi passa la giornata a lavorare tra gli upload e le sincronizzazioni dei propri server FTP, non parrà  vero di avere riunite sotto le dita tutte le opzioni e le comodità  possibili.

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