Il primo a farsi avanti a fronte della prospettiva (per ora del tutto irreale) di un’apertura del Mac OS ad altro harware che non è quello prodotto Mac ha il volto di Michael Dell.
Il fondatore del maggior produttore mondiale di computer al mondo, Dell, ha manifestato ieri, in un email inviato a Fortune la sua bramosia: “se Apple decide di offrire la possibilità di installare Mac OS su altri computer che non i loro, saremmo felici di offrirlo ai nostri clienti”.
Nonostante l’apparente stranezza delle “avances” non è questa la prima volta che Dell si dice disponibile ad usare il sistema operativo di Cupertino, ma questa volta siamo di fronte anche ad una differente e assai più credibile condizione, quella che vede Apple impegnata in una migrazione verso la stessa piattaforma utilizzata oggi da Dell. Peccato (per la società texana) che non cambino affatto le condizioni che già in passato avevano reso impossibile la concessione in licenza del sistema operativo di Cupertino: Apple è a tutti gli effetti un’azienda che usa il suo eccellente software per trarre profitti dall’hardware e non il contrario. Permettere che Dell acquisti Mac OS X e lo installi su macchine di sua produzione equivarrebbe ad un suicidio o, in alternativa, ad una trasformazione totale del modello di business attuale, il che non pare affatto negli orizzonti della Mela.
Vista dalla parte di Dell, invece, la cosa ha un senso. La casa americana vorrebbe fornire ai suoi clienti un’alternativa a Win e allo stesso tempo rompere quelle catene che la legano così strettamente a Redmond, alle loro politiche di licensing e ad un OS che in qualche caso frena le performance che l’hardware potenzialmente potrebbe produrre. E che la cosa sia allettante giunge dalla conferma, fornita da Fortune, che Michael Dell non è il solo a corteggiare Mac OS X. Anche ad altri CEO, che però vogliono restare anonimi, piacerebbe avere la stessa possibilità .
Dallo stesso articolo pubblicato da Fortune si apprende anche che Apple non avrebbe mai parlato con AMD per un porting della piattaforma sui processori x86, la motivazione desunta dai responsabili di AMD sarebbe che siccome tale porting sarà estremamente costoso per Apple, allora era ovvio chiedere a Intel di condividere queste spese, una cifra certamente maggiore quella che Apple ha ottenuto da Intel rispetto a quella potenziale che AMD avrebbe potuto offrire. Ma la porta della speranza per AMD non è chiusa, sperano che una volta completata la transizione, a spese di Intel, Apple volterà le spalle alle performance di Intel per scegliere la miglior architettura disponibile in quel momento.