Non tutto funziona come dovrebbe in Dropbox. Il popolare servizio di cloud storage (valutato 10 miliardi di dollari), sta tagliando i costi e Business Insider spiega che l’azienda ha cominciato a tagliare alcuni servizi: le navette gratuite da e per San Francisco, i servizi lavanderia per le palestre, ridotto di un ora il servizio entro il quale è possibile pranzare e il numero di ospiti a un massimo di cinque al mese (prima potevano essere illimitati). Con questi risparmi l’azienda, nota in passato per essere stata molto generosa in benefits per i dipendenti e per avere investito enormi cifre per creare un ambiente di lavoro particolarmente accogliente, prevede di migliorare la redditività, guadagnando circa 25.000$ l’anno per ogni impiegato (Dropbox ha circa 1500 dipendenti), per un totale di circa 38 milioni di dollari l’anno.
Dropbox non è la sola compagnia della Silicon Valley dove sono in corso tagli. Tra le startup “unicorno” (quelle che hanno un valore superiore al miliardo di dollari) che stanno operando tagli, ci sono: Evernote, Jawbone e Tango che stanno attuando riduzione di spese ma ancheal personale, chiusura di uffici, riducendo i benefit per i dipendenti. Molte risentono del rallentamento nella concessione di fondi di capitale a rischio nella Silicon Valley; gli investitori sono diventati negli ultimi tempi più cauti e sono meno pazienti con le startup che non riescono in poco tempo a produrre rendimento.
Il CEO di Prosper Marketplace (specializzata nel credito peee-to-peer), lo scorso anno valutata 1.9 miliardi di dollari, ha fatto sapere che l’azienda ridurrà la forza lavoro e che lui personalmente non percepirà lo stipendio annuo. Anaplan, azienda specializzata nel cloud-software che ha raccolto più di 230 milioni di dollari, ha sostituito l’amministratore delegato in parte per via di questioni finanziarie. Anche una piccola realtà come ToutApp (specializzata in plug-in ed estensioni per browser) ha annunciato che quest’anno non sponsorizzerà eventi a pagamento nel tentativo di ridurre “sconsideratezze” e avvicinarsi alla redditività.
Per quanto concerne Dropbox, i tagli non hanno a che fare con l’apporto di capitale di rischio da parte degli investitori ma con le ambizioni aziendali. Il CEO di Dropbox Drew Houston in passato ha più volte detto che la sua azienda non ha necessità di aumentare il proprio capitale sul mercato privato; forse preferisce dimostrare agli investitori la sua forza per prepararsi a offerte (IPO) di big del settore IT?
