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Era Ginger, è Segway.

La curiosità  di sapere cosa fosse in realtà  il progetto Ginger ci era rimasta fin da quando riportammo in queste pagine le prime indiscrezioni e, successivamente, anche i primi bozzetti del registrante, allora, brevetto.
Cominciamo dal nome, l’oggetto realizzatosi concretamente dopo mesi di gestazione del progetto Ginger, è ora Segway HT, una sigla che significa Human Transporter (trasportatore di esseri umani).
L’aspetto esteriore, come già  anticipato da Macity nella gionata di ieri, è quello di un monopattino trasversale che poggia su due ruote laterali.

Di seguito le caratteristiche dell’oggetto così tecnologico che la mente dell’eccentrico, ma forse anche geniale, Dean Kamen, ha prodotto.
Velocità  massima di 20 Km/h; autonomia massima di 28 Km con una carica completa della batteria (NiHM oppure NiCd) ma l’autonomia prevista su un percorso misto è di 17 Km; capacità  massima di trasporto di un passeggero di 110 Kg e bagaglio di 34 Kg ma è previsto un modulo esterno per circa 135 Kg; pesa 36 Kg e misura 48 x 63,5 cm con un rialzo da terra di 20 cm.
Le ruote sono mosse da due motori silenziosi (2 CV) indipendenti che non producono emissioni inquinanti.

Sul manubrio: un display LCD che rappresenta un viso umano (molto simile al logo Mac) comunica in modo estremamente naturale le diverse informazioni da fornire al guidatore; un indicatore di livello di carica della batteria; un segnalatore dell’operabilità  di Segway; e i comandi per cambiare la direzione di marchia; l’avviamento avviene con una chiave elettronica (criptazione a 128 bit) che contiene anche altri dati utente oltre ad un efficiente sistema antifurto.
L’albero del manubrio, in alluminio, è allungabile/accorciabile a piacimento.
I pneumatici sono stati studiati per operare a bassa pressione e con una stabilità , anche laterale, assicurata pure su superfici bagnate, ghiacciate, innevate, senza neppure lasciare impronte.
Il pianale in alluminio (testato per reggere fino ad una forza di 7 tonnellate, l’equivalente di tre SUV – Sport Utility Vagon) non solo è lo spazio dove appoggiare i piedi ma anche l’alloggiamento per i motori, le batterie e tutte le altre parti elettriche/elettroniche.
L’equilibrio è assicurato dal “cervello” di Segway: un complesso sistema di giroscopi e sensori inerziali che si accorgono per tempo delle variazioni del terreno e compensano gli spostamenti del baricentro del guidatore in relazione alle forze di gravità .
Bello il Flash completissimo che fornisce molteplici angolazioni da dove osservare Ginger con a lato una descrizione totale di tutte le sue parti: www.segway.com.edgesuite.net/consumer/segway/flash.html.
Chi può dire ora se Segway avrà  un successo commerciale ma certo le città  sono molto intasate da un traffico locale ormai al limite della sopportazione e l’uso di Segway in usi potenziali ancora ben da delineare potrebbe essere una soluzione da prendere in considerazione, senza dimenticare che la Cina, da poco entrata a far parte del WTO – World trade Organization, deve motorizzare a breve milioni di asiatici, e Kamen, questo ce l’ha ben presente.
La Segway LLC di Dean Kamen ha sede a Manchester, nel New Hampshire (dove l’eccentrico inventore possiede un isola chiamata North Dumpling, l’unica “terra indipendente” di tutti gli USA, che ha una sua moneta, esercito e bandiera con incorniciato un patto di non aggressione firmato, forse per gioco, con George Bush) e la vicina fabbrica di Bedford sfornerà  circa 40.000 pezzi al mese, i suoi fondatori sono un ricco fondo della Credit Suisse First Boston, Kleiner Perkins Caulfield & Byers (entrambi hanno versato circa 40 milioni di dollari) e i CEO di Apple ed Amazon oltre ad altri investitori privati.
Segway ci fa sapere che saranno commercializzati tra circa 12 mesi (prezzi da 3.000 a 8.000 dollari a seconda dei modelli) alternativi con ruote più o meno grandi per trasporti alternativi: uno riuscirà  facilmente a percorrere diversi tipi di terreni e per distanze anche importanti, un altro sarà  specifico per le aree urbane oppure per impieghi interni ad edifici ed infine, il terzo modello si rivolge agli usi commerciali, già  apprezzati, anche se in fase di testing, dall’US Postal Service, dalla FedEx, da General Electric, dalla Michelin, da Amazon ed altre aziende contattate finora.
Il consistente interesse di MacityNet per un prodotto che poco ha a che fare col mondo Mac è però spiegato dal concentrato di altissima tecnologia che Segway incamera (pare proprio che nessun particolare sia stato tralasciato nella progettazione), confortati dal fatto che il capo di Apple, Steve Jobs, ha mostrato moltissimo interesse per il progetto fin dall’inizio, tanto da essere, assieme al già  citato Jeff Bezos, boss di Amazon, uno dei maggiori finanziatori.
Il video di presentazione che il sito ufficiale mette a disposizione è in formato o Real o Media Player (se lo viene a sapere Jobs…) e lo trovate a questo indirizzo: www.segway.com.edgesuite.net/consumer/video.
Come escludere a priori che Steve Jobs non guidi un Segway sul prossimo palco del MacWorld di San Francisco, con in mano un iBook collegato via AirPort mentre dimostra qualcosa di nuovo alla platea? A noi piace sognare!

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