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Eudora 6: il classico, rimodernato

Una nuova icona, reinterpretazione della classica busta, caratteristica di Eudora, è la prima novità  che salta all’occhio, dopo aver installato il software, senza specifiche accortezze.
Un documento di testo, comunque, allerta delle operazioni da compiere nel caso si usassero dei plug-in particolari che si volessero riutilizzare anche con la nuova versione 6 di Eudora.

La successiva novità , immediatamente visibile, è un restilyng delle icone, a metà  tra i disegnucci di Windows XP ed i colori di OS X, ma naturalmente le modifiche più interessanti si nascondono tutte più in profondità .

Avendo preso atto della aumentata invasione di inutile spam, uno tra i problemi maggiori dell’emailing moderna, anche i programmatori di Qualcomm, si sono adoperati per fornirci adeguati strumenti di difesa

“SpamWatch” è la risposta alle stucchevoli email pubblicitarie non richieste, un meccanismo simile a quello di altri client email, ma funzionante in maniera diversa dagli efficienti filtri Baynesiani di Apple Mail.
Eudora 6 permette di associare un “punteggio” alle mail indesiderate, in modo che il software possa classificare quelle lecite dalle “junk-mail”. Con il passar del tempo, il sistema confronterà  la posta in ingresso con le regole stabilite, filtrando di conseguenza.
All’avvio del programma, Eudora ci ricorda che il plug-in contro le “junk-mail” viene disabilitato, perché si tratta di un’opzione destinata solo alla modalità  di funzionamento a pagamento (paid mode).

Un’altro aiuto, contro la maleducazione nella scrittura, la violazione delle note regole di “Netiquette”, ovvero quoting selvaggi, risposte in alto ed in basso, viene fornito da “Content Concentrator”, il quale ispirandosi ad un software già  visto qualche anno fa per Mac OS tradizionale, tenta di eseguire un “riassunto ragionato” dell’email, presentando solo le parti a suo dire essenziali.

Solo per Mac OS X 10.2, invece, appare un nuovo metodo di visualizzazione delle mailbox: tramite un cassetto a scorrimento laterale, del tutto simile a quello di Apple Mail.
Un plauso può essere rivolto al supporto della criptatura SSL, tallone di Achille di Eudora fino a poche release fa, rendendo finalmente possibile l’accesso a mailserver che ne facciano uso, diffusissimi in ambito aziendale ed universitario.

A fianco di tutte le novità  pubblicizzate, spiace osservare, per l’ennesima volta che testardamente (ed anche odiosamente, a parere di chi scrive) l’Address Book interno e quello integrato di OS X sono sempre due entità  separate, con tutti i fastidi di gestione che ciò comporta.
Preferences e settings rimangono ancora due voci di menu separate, l’uno doppione dell’altra: un altro punto a sfavore per il principiante, già  confuso dalle molteplici finestre di settagggio, che in tanti anni non sono state oggetto di alcuna revisione.

Benché in un ReadMe dedicato alle caratteristiche di Eudora, nella versione per OS X, si faccia esplicito riferimento ai Services del Sistema, purtroppo, nelle prove da noi eseguite, l’intero menu non si apre per nulla: impossibile quindi verificarne la funzionalità .
Altro utilizzatori, invece, hanno lamentato problemi con la ricerca di parole accentate (o caratteri non-ASCII). Effettivamente cercando nel testo, vocaboli con vocali accentate non si ottiene alcun risultato, problema, questo, che i programmatori di lingua inglese non si sono posti.
Un neo, perché Eudora ha sempre avuto, come punto di forza, potenti ed efficaci strumenti di ricerca nel proprio database di posta elettronica.

Una riassunto dei prezzi del programma, comprensivi di aggiornamenti gratuiti e supporto tecnico è reperibile sulla pagina web uffciale dedicata al nuovo prodotto; per il download dei 4.2 MB necessari, è sufficiente partire da qui.

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