Chi fornisce servizi peer To peer può essere ritenuto responsabile se gli utenti utilizzano i loro servizi per scambiarsi file coperti da copyright. Questa la sentenza emessa oggi dalla corte suprema degli Stati Uniti che corre il rischio di rivoluzionare lo scenario di Internet, almeno per quanto riguarda gli USA.
Il pronunciamento è l’ultimo capitolo di una vicenda iniziata diversi mesi fa quanto MGM ha portato in tribunale Grockster che gestisce una rete di scambio di file. La sentenza della corte bassa era stata a favore del querelato; alla base della decisione il ben noto precedente inerente i VCR: come chi produce registratori video non può essere ritenuto colpevole se questi vengono usati per piratare film, così chi gestisce una rete di P2P non può essere ritenuto colpevole se i suoi utenti ne fanno un uso illegale. La corte suprema ha sovvertito questo giudizio, affermando che esiste una colpa oggettiva se i fornitori del servizio non attuano alcune semplici procedure per impedirne un uso improprio o se lo propongono in maniera che palesemente fa riferimento ad un uso non legale.
Secondo gli osservatori la sentenza rappresenta un punto di svolta nella caccia ai pirati informatici e musicali. Le case discografiche e cinematografiche e i detentori dei diritti di copyright, invece che spendere milioni nel cercare d’individuare chi scarica file da Internet potranno semplicemente querelare chi fornisce loro l’accesso. Una procedura piuttosto semplice perchè basterà individuare i servizi P22 su cuoi sono presenti i file pirata.
La ricaduta della sentenza potrebbe farsi sentire anche lontano dagli USA. Gli stessi osservatori pensano infatti che la legislazione europea, nel momento in cui il caso americano sarà stato esplorato nei suoi vari aspetti, si adeguerà onde non trasformarsi in terra d’asilo per i servizi P2P.