Jacob McKee è un benefattore. Meritevole del massimo onore. Ci regala, infatti, un libro che è in realtà un autentico viaggio nella memoria. Un libro dedicato ai trenini e al lego, un doppio colpo che riesce a segnare nella mente, nei sogni e nella fantasia di tantissimi. Un piccolo gioiello pratico e umile che racconta una storia avvincente e irresistibile, anche se purtroppo disponibile solo in lingua inglese. Scopriamolo insieme.
Pubblicato da No Starch Press e disponibile al prezzo di 14,95 dollari statunitensi (ma su Amazon ci sono anche altri sconti, raggiungibili dal sito del libro) Getting Started with Lego Trains è una piccola gemma, una operazione della memoria. Chi non è rimasto affascinato dal ferromodellismo neanche una volta? Chi non ha sognato di riconquistare lo spazio di un hobby tra i più famosi (e costosi) tra quelli a disposizione?
E poi, chi non ha mai giocato con il Lego, il geniale sistema a incastri in plastica nato in Danimarca. E’ avventurosa anche la storia del gioco originale, il cui nome è la contrazione delle parole danesi “leg godt”, gioca bene. Dal 1934, anno di nascita del brand, l’azienda produce giochi di legno. La plastica arriva alla fine della guerra, nel 1949. Da allora il successo trasforma l’azienda nordeuropea in una multinazionale, che crea e inventa un intero universo di giochi e fantasie.
Tra robot, astronavi, castelli medioevali e galeoni di pirati, c’è spazio fin dagli anni Sessanta anche per l’introduzione dei trenini, grande classico delle fantasie non solo dei più piccini. All’inizio alimentati a batterie interne (4,5 volt), poi con un sistema a 12 e infine l’attuale a 9 Volt. Una serie di innovazioni che hanno anche accompagnato una complessiva evoluzione dei prodotti della Lego.
Getting Started with Lego Trains si inserisce in questo percorso con grande umiltà . Jacob McKee, l’autore, raccoglie note storiche e tecniche tra le prime delle 112 pagine del colorato libro per poi lanciarsi nella divisione canonica del testo. Nella prima parte la definizione delle cose essenziali da sapere (storia e tecnica) e nella seconda i progetti affrontati con abbondanza di dettagli e spiegazioni passo-passo.
Nel dettaglio, ci sono non solo la costruzione di circuiti di base (fondamentale l’illustrazione di come realizzare le rampe per la salita nei viadotti), ma anche la locomotiva GP-38, un carro merci refrigerato e un porta-container intermodale. Chiudono l’opera un glossario di terminologia ferroviaria e del mondo lego oltre a una piccola sitografia di pagine web dedicate al mondo del Lego e dei treni.
Quale utilità può avere questo piccolo e illustratissimo libro? E’ un semplice manuale che spiega come costruire una locomotiva e due vagoni, oltre che aiutare a progettare dei tracciati sempre più complessi. Però è anche molto di più. E’ un delicato ed educato invito, una gentile trappola per chi non ha dimenticato i suoi giochi da bambino. Il suggerimento della recensione è, se pur di fronte a un libro inglese e che affronta il gioco in modo tecnico, di non perdere l’occasione e riscoprire una passione che forse vive ancora dentro noi, sopita.
