Apple e altre aziende del mondo IT sono al centro di una nuova azione legale con i titolari dei diritti del compositore statunitense Harold Arlen, noto per centinaia di canzoni, tra le quali le note di Judy Garland con Over the Rainbow da “Il mago di Oz”. Le aziende in questione sono accusate di “pirateria musicale” perché avrebbero distribuito versioni non autorizzate e senza licenza di brani tutelati dal diritto di autore.
La causa, riferisce AppleInsider, è stata intentata da SA Music e dal trust Harold Arlen, puntando il dito contro Apple, Amazon, Google, Microsoft e Pandora, oltre a un folto numero di distributori, studi televisivi e cinematografici.
Il tutto ruota intorno al sistema di concessione di licenze per la musica ma anziché accusare Apple e le altre aziende di non pagare corrispettivi adeguati o di mancati permessi per lo sfruttamento dei brani, è la musica creata da Arlen il problema, con brani che sarebbero oggetto di pirateria.
L’accusa deriva dal non tenere conto dei reali proprietari dei diritti della musica presentati dagli studi di registrazioni ai vari servizi musicali, assenza di nulla osta e autorizzazioni adeguate, per brani ritenuti “registrazioni piratate” dal ricorrente. L’impossibilità di ottenere licenze che autorizzino la riproduzione, distribuzione, vendita o streaming delle registrazioni, è indicata come una violazione dei titolari dei diritti del compositore.
In alcuni casi si evidenzia che persino le copertine sarebbero versioni copiate senza autorizzazione dagli album originali, ritagliate o modificate per eliminare i logo della casa discografica originale.
Apple e altri negozi di musica digitale non sono accusati direttamente di vendere brani copiati ma la distribuzione di brani proposti da soggetti non autorizzati le renderebbe complici. Nella documentazione dell’azione legale si citano 216 diverse rivendicazioni; le istanze che riguardano Apple sono 39. È richiesto un processo davanti ad una giuria, di riconoscere che vi è stata violazione, che questa è stata intenzionale, un’ingiunzione per bloccare il protrarsi delle infrazioni e ovviamente i danni previsti per legge che dovrà determinare la giuria oltre alle “ragionevoli spese legali”.