Da un articolo del New York Times si apprende che, ironia della sorte, gli antiglobal, per diffondere i video delle loro manifestazioni che anche recentemente tante polemiche e controversie hanno suscitato nella società civile, hanno adoperato apparecchiature (genericamente definito con la parola “laptop”) e software (iMovie e FinalCut Pro) Apple per l’editing, la post-produzione e alla fine ceduti alle televisioni di tutto il mondo oltre che su Internet. Da notare che Apple, come molte altre multinazionali, è nel “libro nero” delle società criticate dagli antiglobalizzatori.
Sarebbe uno spunto interessante per la sezione Chat del nostro forum la valutazione di quanto Apple possa rappresentare una diversificazione dal comportamento globalizzante dell’informatica di Microsoft o quanto, per il perseguimento di una politica commerciale che mette il marchio in primo piano sia da accomunare agli altri produttori.