Il futuro di Apple è apparso alla Google I/O: no, non stiamo parlando di un’improbabile apparizione di un innovativo prodotto della Mela, ma di ciò che Google sta facendo per cercare di anticipare Cupertino nella corsa alla realtà aumentata, un dispositivo in grado di accompagnare nella vita quotidiana e di essere indossato come normali occhiali.
Non è la prima volta che Google si cimenta con qualche cosa di simile. Tutti ricorderanno i Google Glass, lanciati nel 2013 con l’ambizione di cambiare il modo in cui si guarda il mondo, ma presto finiti in quel ripostiglio delle buone idee arrivate nel momento sbagliato.

Design da indossare tutti i giorni
Gli occhiali di ieri appaiono nella dimostrazione (dopo i prototipi e le idee del passato), come qualche cosa di decisamente differente.
In primo luogo sembrano veri occhiali, non gadget futuristici oppure occhiali da sci indossati nella stagione e nel momento sbagliato come il Vision Pro. Il design è merito della collaborazione con marchi come Warby Parker e Gentle Monster, due nomi che parlano il linguaggio della moda prima ancora che della tecnologia.
Ma è la tecnologia e quel che fanno a renderli in prospettiva qualche cosa di assolutamente notevole.
Android XR, il sistema operativo AR
Dietro i nuovi occhiali smart di Google c’è Android XR, il primo sistema operativo Android pensato specificatamente per l’era dell’intelligenza artificiale generativa.
Android XR nasce per dispositivi indossabili come occhiali e visori, ed è progettato per funzionare in simbiosi con l’AI di Google Gemini. L’idea è semplice: creare un sistema operativo in grado di vedere e sentire, capace di riconoscere un’insegna, un luogo, un testo e rispondere nel momento esatto in cui serve.
Android XR funziona in tandem con lo smartphone. Gli occhiali non hanno la potenza di calcolo di un telefono, ma si collegano via wireless (o cavo nei modelli tethered) per usare le app, ricevere notifiche, accedere ai servizi cloud e interagire con Gemini.
Google ha spiegato nel comunicato ufficiale che Android XR sarà aperto agli sviluppatori entro l’anno, e che con Samsung è già al lavoro su un hardware di riferimento per accelerare lo sviluppo dell’ecosistema.
Accanto a Samsung ci sono anche Qualcomm, Sony, Xreal e Magic Leap, che contribuiranno allo sviluppo di chip, display e soluzioni AR. In pratica Android XR non è solo un sistema operativo, ma il fulcro di una piattaforma condivisa che Google vuole rendere centrale per la realtà aumentata.
Come funzionano gli occhiali di Google
Grazie a Gemini AI, l’intelligenza artificiale di Google, gli occhiali Android XR sono in grado di:
- rispondere a domande poste a voce, anche su ciò che si sta guardando in quel momento
- tradurre conversazioni in tempo reale (un’idea di anni fa), con sottotitoli visibili direttamente nelle lenti
- leggere messaggi in arrivo, e offrire opzioni per rispondere
- riconoscere luoghi, oggetti, contesti per restituire informazioni utili
- riprodurre musica, scattare foto, e gestire funzioni del telefono.
Gli occhiali con Android XR sono dotati di fotocamera, microfoni, speaker e (se lo si richiede) un display in-lente. Come detto sono connessi al telefono e diventano un’estensione dello smartphone, consentendo di ricevere informazioni in modo naturale e senza bisogno di guardare uno schermo.
Durante la dimostrazione all’evento Google I/O, i dirigenti Shahram Izadi e Nishtha Bhatia hanno mostrato una conversazione in farsi e hindi, mentre gli occhiali traducevano (con qualche esitazione) in inglese. Poi Bhatia, dietro le quinte del teatro, ha chiesto all’assistente informazioni sul bar dove aveva preso il caffè un’ora prima.
Apple deve preoccuparsi per gli occhiali di Google?
Anche se non tutto è andato come previsto (nel corso della dimostrazione ci sono state alcune esitazioni), Google ha fornito l’impressione di essere molto avanti nello sviluppo di quello che viene ritenuto, anche da Tim Cook, il Sacro Graal della realtà aumentata: un dispositivo non intrusivo, in grado di assisterci nella quotidianità e di diventare un prodotto capace di relegare gli smartphone a un ruolo secondario.
Google parla di rilascio nel 2026, un tempo sicuramente molto breve e che dovrebbe preoccupare Apple che non è neppure lontanamente prossima ad avere un sistema AI come Gemini e nemmeno nuovi gli occhiali. Google ha dichiarato di star già raccogliendo feedback da tester selezionati per migliorare privacy e affidabilità del dispositivo prima del debutto.
Non a caso secondo Mark Gurman di Bloomberg, l’azienda di Cupertino sta sviluppando da tempo un proprio paio di occhiali smart, ma l’arrivo sul mercato sarebbe previsto solo nel 2027. E non è escluso che questa data possa slittare più in là.