Fosco orizzonte per chi opera nel campo degli HD. IL mercato è in ripresa, i clienti chiedono dischi di dimensioni sempre più capienti, le tecnologie avanzano, ma la concorrenza diventa sempre più spietata e i margini sempre più sottili al punto da mettere a rischio i profitti anche dei maggiori protagonisti del settore. In aggiunta a questo si intravedono anche calcoli sbagliati in fatto di quantità prodotte. Ad elborare la previsione è la società di indagini finanziarie Credit Suisse First Boston.
Il pessimismo, in particolare, converge sul settore di coloro che operano principalmente nell’ambito enterprise, Seagate e Maxtor. Sarebbe in questo ambito che la lotta sarà più dura e per questo CSFB assegna un giudizio ‘neutral’ alle azioni di queste due società . Le cose potrebbero andare meglio per chi, come Western Digital, si occupa principalmente di dischi per il settore desktop.
Il problema principale, spiega CSFB, sono state scelte sbagliate in termini di quantità della produzione. Un numero superiore alle richieste del mercato, che pure ha una richiesta ancora robusta, determinerà la necessità di abbassare i prezzi. Quantità superiori alla richiesta del mercato e prezzi in ribasso sono due fattori convergenti e capaci di abbattere i bilanci. Non a caso Maxtor ha venduto 13,6 milioni di dischi contro 12,3 dello scorso anno, ma con un profitto netto sceso da 27,4 a 9,2 milioni di dollari.
Ricordiamo che il business degli HD è andato incontro ad una profonda ristrutturazione nel corso degli ultimi anni con il consolidamento di varie realtà che si sono fuse o sono state incorporate da altre. I casi più eclatanti sono quello di IBM che ha ceduto la divisione HD a Hitachi e Quantum che ha passato il business dei dischi fissi a Maxtor.