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iTunes europeo, le case discografiche giocano sporco?

Non sarebbero i problemi di burocrazia il peggior nemico di Apple nel suo tentativo di sbarco in Europa con il suo negozio di musica on line. Ad ostacolare l’apertura di iTunes Music Store sarebbero invece le case discografiche. Questa la tesi, ardita, avanzata dall’edizione di oggi di The Independent , un diffuso giornale britannico. Secondo quanto riferisce la testata: “la vera ragione del ritardo è il timore delle case discografiche che la versione europea del negozio possa dominare il mercato e dettare la direzione della musica on line”

Secondo The Independent, che cita fonti vicine alle case discografiche, i manager vedrebbero Apple come la nuova MTV. “Così come la stazione televisiva ha avuto i filmati gratuitamente e ora fa il bello e il cattivo tempo costruendo e distruggendo le star a seconda che mandi o non mandi in onda le loro canzoni, Apple potrebbe dominare l’industria discografica digitale imponendo le sue condizioni sfruttando il quasi monopolio che potrebbe facilmente ottenere con iTunes Music Store”. Per evitare questo scenario, così, le case discografiche starebbero facendo una sorta di doppio gioco: trattano con Apple ma senza mai concludere mentre dall’altra incoraggiano OD2 e Napster fornendo tutto l’appoggio possibile perché esse si ritaglino una fetta di mercato. Inizialmente, dice The Independent, questa preoccupazione non esisteva perché al momento di trovare un accordo questo riguardava un numero ridotto di potenziali utenti (quelli che avevano un computer compatibile con Mac OS X), ma ora lo scenario è del tutto diverso e Apple è un colosso che domina il 70% del download legale negli USA e vende milioni di canzoni ogni settimana. Abbastanza per renderla una temibile controparte, in grado di imporre le sue leggi. Come MTV, appunto. Un rischio che le case discografiche non vogliono correre.

La prova che non esistono altre ragioni che l’ostilità  delle case discografiche è nel metodo che Apple avrebbe potuto seguire e, secondo l’Indipendent, potrebbe avere provato a seguire ma senza successo, per ottenere la licenza di vendita in Europa. “Apple avrebbe potuto stipulare un accordo con la MCPS (Mechanical Copyright Protection Society, una sorta di SIAE britannica) che avrebbe raccolto royalties per l’8% del totale del fatturato e aprire un negozio on line basato in Gran Bretagna. Questo sarebbe stato sufficiente ad Apple per vendere musica in tutto il continente, comprese canzoni il cui diritti sono tutelati in altri paesi, in quanto esistono leggi di reciprocità  che lo avrebbero consentito. “Ma Apple * dice The Independent * per vendere musica deve prima averla e per averla deve avere un accordo con le case discografiche, accordo che Apple non è ancora riuscita a raggiungere”, secondo The Indipendent proprio perché le case discografiche non vogliono affrettare i tempi, anzi vogliono rallentarli.

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