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IBM condividerà sue tecnologie con il governo cinese

IBM condividerà alcune sue tecnologie con società cinesi e vuole essere parte attiva delle industrie del paese. L’ha dichiarato nel corso di una visita a Pechino Virginia Rometty, amministratrice delegata di IBM, parlando di strategie per le imprese estere colpite dalle mutevoli linee di condotta del governo in merito alle tecnologie. IBM vuole aiutare l’industria IT cinese anziché vedere il paese come una sola destinazione di vendita o una base produttiva. La Rometty ha parlato delle strategie nel corso del China Development Forum, annuale conferenza sponsorizzata dal governo cinese alla quale hanno partecipato vari dirigenti e personalità di élite.

La Rometty vede ovviamente la Cina con i suoi 1.3 miliardi di abitanti un paese con enormi opportunità, e a suo modo di vedere le aziende devono adottare un approccio diverso per stare al passo con le crescenti pressioni politiche nei confronti delle aziende straniere. Varie società statunitensi stanno portando a termine accordi e alleanze con operatori locali, sperando che i partner in questione rendano più semplice operare in un contesto sempre più difficile per le imprese straniere. Il governo spinge a usare sempre meno tecnologie che potrebbero in qualche modo essere controllate dall’NSA (National Security Agency, l’agenzia di sicurezza statunitense, un problema che ha stabilizzato la crescita di IBM dal 2013 in poi, dopo le rivelazioni di Edward Snowden, ex tecnico della CIA e consulente dell’NSA, noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino allora tenuti segreti.

Il nuovo approccio di IBM prevede la collaborazione con società locali per costruire di tutto, dai chip ai server, per passare ai software che gireranno su questi ultimi. La scorsa settimana nel corso del Summit OpenPOWER di San Jose, l’OpenPOWER Foundation (organizzazione che riunisce centinaia di aziende che puntano su architetture IBM) ha presentato dieci soluzioni hardware, che comprendono sistemi, board, schede e un nuovo microprocessore personalizzato per il mercato cinese.

Il cuore dell’ecosistema destinato al mercato cinese è costituto dal CP1, il primo chip POWER realizzato da un’azienda locale di progettazione di chip chiamata PowerCore. Il primo sistema OpenPOWER con CP1 sarà introdotto nel mercato quest’anno. Il CP1 sarà utilizzato per una nuova linea di server, chiamata RedPower che verrà introdotto nel mercato nel 2015.

Questi annunci fanno seguito all’impegno dichiarato dal governo cinese nell’ottobre 2014 che ha visto la costituzione della China POWER Technology Alliance (CPTA), una partnership pubblico-privato. La mission principale della CPTA è promuovere l’aggiornamento dell’organizzazione industriale del Paese, grazie all’integrazione di risorse locali e dell’ecosistema OpenPOWER, sotto la guida del governo cinese. La CPTA, attraverso la cooperazione internazionale, creerà soluzioni avanzate per i Big data e il cloud computing e le utilizzerà per i diversi settori: banche, telecomunicazioni, energia, trasporti, smarter cities.

Virginia Rometty
Virginia Rometty

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