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Il futuro del Mac: G5 e Mac OS X Panther

Ecco chi sono….
– Jon Rubinstein. senior vice president, hardware Engineer, di fatto il responsabile massimo dello sviluppo di tutti i prodotti Apple
– Ken Bereskin. director of Mac Os X Product: sovrintende allo sviluppo del prodotto e al marketing
– Todd Benjamin, product manager Macintosh G5: gestisce in prima persona i nuovi prodotti Pro desktop di Apple

Insieme a noi i giornalisti di testate inglesi e svedesi.
Abbiamo parlato anche dei portatili appena presentati all’Expo: a questo argomento è dedicata l’intervista che trovate su questa pagina.
Potendo colloquiare con il massimo responsabile della progettazione hardware, con chi sovrintende alle macchine Top di Apple e chi dirige lo sviluppo di Mac OS X e ne conosce ogni minimo aspetto gli argomenti da affrontare erano tantissimi.
Come al solito i dirigenti di Apple si rifiutano di rispondere a qualsiasi domanda su prodotti futuri ma molti aspetti interessanti della produzione in corso e della versione di imminente rilascio di Mac OS X possono indicare la strada che l’azienda ha intrapreso nella crescita di sistema operativo e sistemi hardware.

– Jon Rubinstein introduce il discorso sul rapporto tra hardware e software:
Quello che abbiamo cercato di fare con il G5 e’ ottenere che una applicazione in grado di girare con il G4, una volta fatta funzionare con il G5, con il minimo sforzo potesse duplicare le sue prestazioni e questo già  avviene per alcuni software anche senza ricompilazione.
Ma nei prossimi mesi potrete vedere continui incrementi di prestazioni man mano che gli sviluppatori sfrutteranno le caratteristiche eccezionali del nuovo hardware.

– Ken Bereskin:
L’aumento delle performance avviene in due modi:
con le attuali applicazioni hai un vantaggio dall’aumento di frequenza e dal migliore troughoutput del sistema, poi i nostri sviluppatori verificano come possono ottenere ancora migliori prestazioni, con la ricompilazione attraverso la nuova versione di GCC e traendo vantaggio dalla nuove implementazioni delle librerie floating point e della maggiore conoscenza delle funzionalità  dei nuovi G5.

Al momento della presentazione dei nuovi PowerMac abbiamo mostrato agli sviluppatori le nuove librerie matematiche: sono rimasti a bocca aperta perchè si sono resi conto che molte delle funzioni che venivano utilizzate pesantemente (magari con la chiamata a 50 subroutine) nelle loro applicazioni erano implementate direttamente nell’hardware.

Quando sono tornati nel loro ufficio e preparato dei test hanno realizzato di come fosse facile trarre vantaggio da questa implementazione.
Un esempio e’ quello della funzione matematica Radice Quadrata che non era implementata nelle istruzioni dei G4 ma solamente nelle nostre librerie matematiche che richiedeva un centinaio di cicli… se spostate l’applicazione sul G5 la libreria matematica usa la funzionalita’ direttamente sul G5 lasciando l’incombenza all’hardware.
Ogni applicazione scientifica utilizza la funzione Square Root e da questa sua esecuzione in hardware ne trae grandi vantaggi. Ci sono applicazioni che usano la radice quadrata persino nella finestra “Info su questo programma”!

– Quali sono state le difficoltà  nell’ottimizzazione di Mac OS X per i nuovi G5?
– Ken Bereskin:
Molto del lavoro fatto per gestire i G5 con Jaguar è stata la riprogettazione del kernel in modo che riuscisse a vedere tutta la RAM fisica messa a disposizione dalla nuova architettura hardware.
Siamo la sola compagnia che potendo controllare parallelamente lo sviluppo dell’hardware e del software e’ stata in grado di realizzare una versione a 64 bit del proprio sistema operativo garantendo un passaggio indolore.
Il nostro sistema operativo è compatibile con 32 bit: quando fai girare una applicazione a 32 bit non è necessario raddoppiare le dimensioni del pointer.

Le altre aziende devono ricorrere ad emulatori e Microsoft, presentando la versione a 64 bit di Windows, ha in pratica esposto un nuovo sistema operativo con la necessita’ di riscrittura delle applicazioni, con la necessità  di nuovi driver per ricominciare tutto daccapo.

– Quali sono i vantaggi di utilizzare una architettura a 64 Bit?
– Jon Rubinstein:
Soprattutto nell’ambito scientifico il poter manipolare problemi di grandi dimensioni per cui è difficile effettuare un undo, avere grandi quantità  di memoria a disposizione è fondamentale con applicazioni come Mathematica.

La limitazione della gestione della memoria che abbiamo abbattutto nei nuovi G5 è utile ovviamente ad un software come Photoshop che si giova tantissimo dal poter gestire immagini, filtri e trasformazioni completamente in memoria centrale e grazie all’architettura generale dei G5 ogni singolo componente permette di realizzare queste operazioni con la massima efficienza.

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