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Il mercato punisce il produttore di cloni iMac

econdo gli osservatori il mercato non è parso dare fiducia ad una società  che, nonostante il quinto posto tra i maggiori produttori americani, non pare adottare un modulo in grado di generare profitti. eMachines, infatti, compete nel settore delle vendite al dettaglio con prodoti che si collocano tra i 400 e i 600$ e con margini di guadagnano intorno al 4%. Lo scorso anno alcune CPU di eMachines, compresi gli sconti, sono state vendute all’incredibile cifra di un solo dollaro, ovvero meno di 2.000 lire. Per questo da quando la società  mista coreana americana è emersa dall’oscurità  lanciando la moda dei computers superscontati, ha aumentato a dismisura il suo fatturato ma non ha mai prodotto profitti.
Accanto a ciò gli investitori dubitano fortemento anche della maggiore operazione compiuta sul mercato da eMachines dall’atto della sua nascita, l’acquisto di FreePC. La spesa di 49 milioni di dollari per incamerare il business di una società  che regalava computers in cambio di pubblicità  sul desktop secondo gli analisti finanziari è destinata a rivelarsi un flop. “FreePC ha speso $20 milioni di dollari per regalare computer e in cambio ha avuto 3 milioni di dollari in banner. In pratica ha ottenuto 1,50$ per cliente lo scorso anno – commenta Ashok Kumar, un analista di US Bancorp Piper Jaffray – Se si analizzano nel dettaglio le operazioni e i progetti di eMachines si comprenderà  come quella gente non farà  mai un solo dollaro di profitti. In più si sono gettati in un’operazione come quella di FreePC.”
Secondo altri osservatori del mercato nella sfiducia sulle possibilità  di profitto di eMachines pesano anche le varie cause che pendono sulla testa della società . Quella di Apple, che ora ha in mano un’ingiunzione che impone a eMachines di ridisegnare eOne, è solo una delle tante. La più preoccupante, oltre a quella della società  di Cupertino, è quella intentata da Compaq che accusa eMachines di avere usato alcuni suoi brevetti.
Il debutto in borsa di eMachines è il primo da tempo a questa parte tra quelli che riguardano il settore tecnologico, ad avere esito negativo. “Gli investitori hanno considerato le di azioni di eMachines come appartenenti alla categoria B o forse C. Se davvero fossero state così buone come pubblicizzato al momento del lancio dovevano essere fissate ben sopra ai 10$”, ha detto David Menlow, presidente di IPOfinancial.com.

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