Il report del Peabody Institute (John Hopkins University) dal nome “Audio latency measurements of desktop operating systems” prende in esame la latenza audio di tutti i sistemi operativi in commercio definita come “il tempo minimo richiesto da un computer per immagazzinare un campione nella memoria della applicazione e per copiare il campione dalla memoria sull’uscita dell’interfaccia audio”.
E’ chiaro che minore e’ la latenza maggiore e’ la risposta tra l’input di strumenti di controllo e l’esecuzione del suono da parte dell’applicazione.
Una latenza zero indicherebbe una risposta in tempo reale in pratica irraggiungibile con un sistema che deve comunque effettuare un processo di una durata finita, ma se la latenza e’ ridotta al minimo e’ difficile per l’ascoltatore (e tanto meglio per l’esecutore) percepire il ritardo.
Una minore latenza puo’ essere utile anche nei giochi dove all’azione sullo schermo deve corrispondere un suono, un effetto che deve essere contemporaneo aumentando il realismo dell’insieme.
Il merito delle prestazioni va indubbiamente all’API CoreAudio che si occupa di gestire le periferiche che si occupano del suono e permette a diversi programmi di accedere alla scheda audio contemporaneamente e senza caduta di prestazioni.
L’unico sistema in grado di competere nella gestione multitasking dell’audio si basa su una API Linux chiamata Audio Application Glue ancora a livello sperimentale installata su un biprocessore Pentium 3 con una scheda audio professionale.
Mac OS X e’ quindi in grado di offrire su un sistema standard, con molteplici applicazioni attive prestazioni superiori a qualsiasi altro sistema standard di larga diffusione sul mercato.
E non siamo che nei primi mesi di vita dell’OS: forse potremo verificare ulteriori miglioramenti con il prossimo major upgrade di fine Settembre 2001.