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Il museo di Quiliano: passato e presente di Apple e il futuro di una comunità 

Cosa fa la differenza tra un generico utente di computer e un utente Mac? Il nome. Il nome con cui ognuno di noi ricorda il proprio “ordinatore elettronico” e lo collega ad un preciso momento della propria vita.
Un nome che può corrispondere alla sigla stampigliata sull’involucro esterno dell’unità  principale oppure molto spesso a quello che gli si attribuisce con fantasia come fosse un animale domestico, un cane un gatto…

Scorrendo l’esposizione di Quiliano con i propri fondali colorati, gli schermi accesi, prima solo verde e nero oppure con vari dominanti di colore, le plastiche beige magari un pò ingiallite dal tempo, l’utente Mac compie una sorta di percorso non solo nella storia del computer ma anche nella propria memoria, nell’esperienza informatica personale ma anche nei fatti della vita che vi si ricollegano.

Ecco l’Apple II, il primo vero computer personale che aveva un prezzo alla portata di un professionista, con cui potevi creare musica, listini, gestire una iniziativa editoriale, imparare a digitare codice binario e listati in Basic per trovare il giorno della settimana in cui sei nato.
E l’Apple III, grande promessa non mantenuta e primo vero errore di Apple
E poi Lisa I e II, vere e proprie progenitrici degli attuali Mac.
Computer e software che magari ti eri limitato ad osservare su una rivista o nelle vetrine di quel negoziante di computer che esponeva quei grandi poster con scritto “Hello”.

Ecco tutta la serie dei Mac con memoria centrale sempre più capiente a partire dai 128 K fino a ben 1 GB, con porte nuove magari incompatibili, tutti con un mouse che assumeva man mano una forma sempre più ergonomica ma manteneva rigorosamente un solo tasto.

E poi su su fino ai portatili eleganti con la trackball, con schermi ancora oggi all’avanguardia per nitidezza, con curve che riconosci a memoria per averle accarezzate nella tua scoperta tattile di un design che sempre affascinato.

E poi gli LC, i primi Mac veramente LowCost che hanno fatto affacciare molti nuovi utenti alla piattaforma e poi via via i Performa, Centris, Quadra che hanno rappresentato per Apple la moltiplicazioni di progetti ma per molti anche il computer da tenere in casa per le prime vere esperienze di multimedia, dalla visita virtuale al Louvre, a Xplora di Peter Gabriel, dalle video interviste in QuickTime ai giochi per bambini di Broderbund.

Il percorso nella sala del museo continua e la storia di Apple si mischia ancora ai ricordi personali, rivedi le scatole dei tuoi giochi preferiti, le demo che ti hanno affascinato, senti di nuovo la voce di Dario Fo che enuncia la lode del “Think Different”.

foto anteprima

E poi i Newton, i prototipi inusuali e le scommesse perdute, i computer della rinascita e del rinnovato primato tecnologico, dagli iMac colorati al Mac mini dai portatili che si mangiavano i Pentium agli iPod.

Quello di Quiliano non è un semplice museo, è un viaggio anche emozionale nella storia del silicio e delle plastiche che ci hanno fatto compagnia nello scrivere le nostre storie, nell’elaborare nostri conti quotidiani, nell’avvicinarci all’attuale società  di comunicazione interpersonale mediata a tutti i livelli e a tutte le distanze da un aggeggio elettronico che qui sembra avere una vita propria.

Qui sotto la fotocronaca completa dell’affollata inaugurazione, le immagini del museo, le curiosità e una descrizione visiva dell’immenso sforzo che il gruppo dell’AMUG All About Apple ha compiuto per far diventare la propria passione uno strumento di crescita per la comunità  locale e una occasione per far compiere a tutti un viaggio nella storia del design, dei bit e della creatività. Per un’ulteriore sguardo alla collezione vi rimandiamo al servizio realizzato lo scorso anno in occasione di uno speciale compleanno ventennale del Mac con gli amici di AllAboutApple.

[con la collaborazione di Giuseppe de Maso Gentile, Walter Mandorino e Antonio Dini]

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