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Intel: e finalmente arriva il wireless!

C’era anche Paul S. Otellini (President e Chief Operating Officer) a Milano, settimana scorsa, per la presentazione ufficiale di Centrino, il nuovo processore mobile con capacità  wireless Wi-Fi integrate, di Intel.

Centinaia di convenuti, un nutrito gruppo di giornalisti accorsi e una tra le più prestigiose location di Milano facevano da cornice all’evento “Liberi. Senza fili. Il Computing Mobile è di moda.” organizzato da Sirmi.

Nelle oltre due ore di presentazione i manager di Intel hanno più volte sottolineato che ci troviamo in un “punto di svolta” perché finalmente il wireless è arrivato e la vita di tutti comincerà  a cambiare con questo mezzo, assolutamente indispensabile.

La dimostrazione di cosa si può fare col wireless è stata una simulazione (questo era evidente a chiunque) di spedizione di un messaggio email in modalità  “senza fili” tra un laptop utilizzato in un altro locale e un TabletPC sorretto da un addetto di Intel nella sala, il tutto in collegamento sul grande schermo, come si vede dall’immagine a lato.

Che cosa si sono spediti i due? Uno screenshot di un modello di vestito, di una prestigiosa firma della moda italiana.

E’ seguita poi una vera e propria sfilata di una dozzina di modelle vestite sempre dalla prestigiosa firma della moda, le fanciulle sorreggevano, più o meno agevolmente, vari laptop, smartphone o PDA, tutti dotati di tecnologia Intel, a volte Centrino, a volte XScale, il chip specifico per palmari e telefoni “intelligenti”.

Dopo tutto questo è arrivato un lungo dibattito, tenuto dagli altri convenuti: Massimo Castelli (direttore marketing Domestic Wireline Telecom Italia), Maurizio Cuzari (amministratore delegato Sirmi) e Renato Mannheimer (presidente Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione), moderatore-interessato del dibattito Dario Bucci (country manager di Intel Italia).

Sono stati snocciolati dati e studi sul wireless (la gran parte correlati all’uso del telefono cellulare), ma anche sugli hot-spot pubblici, presentati ormai come una realtà , con una copertura del territorio che proseguirebbe a spron battuto da parte degli operatori. Qui il servizio di ricerca di hot spot di Intel che elenca prevalentemente aeroporti e hotel.

Cosa sono gli hot spot pubblici e quelli privati? I nostri lettori più affezionati probabilmente già  lo sanno visto che possono trovare spesso notizie al riguardo nel nostro canale “senza fili” e in “AirPort / Wi-Fi“, ma ecco un un accenno per nuovi arrivati.

Gli hot spot privati sono semplicemente del punti di accesso alla rete personale, aziendale o al web tramite un dispositivo wireless (in particolare Wi-Fi), gli hot spot pubblici sono aree aperte al pubblico dove è possibile collegarsi con un dispositivo wireless-enabled, al web: alcuni di questi possono essere a pagamento, alcuni altri liberi da spese dovute al fornitore ma anche (e qui la definizione di pubblico è quella più aderente ai fatti) totalmente aperti a chiunque, ovvero niente costi e nessuna registrazione ad alcunché.

La conferenza si concludeva a questo punto, e qui anche la nostra cruda relazione dei fatti… permetteteci ora qualche considerazione di carattere tecnico e qualcun’altra di carattere critico.

Che il wireless arrivi ora alla portata di tutti, perché Centrino è ora una realtà , potrebbe essere vero solo perché Intel muove una percentuale di venduto sul mercato dei PC che gli permette, da anni, di decidere cosa è buono e cosa è cattivo, spostando masse ingenti di denaro per acquistare i prodotti tecnologici. Non parliamo dell’accoppiata con Microsoft, che ha creato quel binomio “Wintel” che ha dominato, e domina, il mercato dei computer con ragguardevoli percentuali di mercato.

Ma questo entusiasmo nell’annunciare Centrino dovrà  essere pur motivato in qualche modo?

Non può essere certo la tempistica, visto che Intel arriva da buon ultima al Wi-Fi dopo anni di tentativi d’introduzione di HomeRF e altre tecnologie-perditempo abbandonate solo, giocoforza, dalla constatazione della fallimentare esperienza e spinti anche dall’acquisizione recente di marchi come Xircom e Proxim forti nel settore networking e in particolare in quello wireless.

Centrino ha una portata, una tecnologia, una banda, un consumo, una dimensione, una innovazione particolare che lo rende migliore della concorrenza?

Fosse per Intel non lo sapremmo mai dato che nella conferenza non si è sentito citare un solo dato tecnico; il pubblico al quale si rivolgeva, evidentemente, si faceva affascinare più dal marketing, da un affollatissimo pranzo gratis in un albergo da cinque stelle e dalle modelle lituane piuttosto che da numeri e dati, forse perché non li avrebbero compresi?

Grazie alle nostre successive interrogazioni e ricerche abbiamo appreso che la tecnologia attualmente abbracciata è la comunissima IEEE 802.11b (la stessa di AirPort prima versione), la banda è il tradizionale 11 Mbps, del consumo non si può generalizzare dipendendo dai modelli (invece sappiamo che XScale per PDA è piuttosto valido sotto questo aspetto, specialmente se in combinazione con Palm OS, invece con alcuni PocketPC c’è qualche problema di durata), nessuna novità  apparente… e allora? E’ un processore per laptop con integrato Wi-Fi punto.

Intel in futuro produrrà  un Centrino dual band con le tecnologie IEEE 802.11b (dalla quale non si prescinde, per il vasto installato che già  si trova nel campo wireless) e IEEE 802.11a, uno standard che già  sappiamo essere non retrocompatibile e oltrettutto non approvato in Europa dato che la liberalizzazione dei 5 GHz non è stata concessa, ma piuttosto radicato nelle eredità  tecnologiche raccolte da Intel. Il “rifiuto” di IEEE 802.11g (quello di AirPort Extreme, il sistema retro-compatibilescelto da Apple) è dovuto a pronostici dichiarati di standard non “interessante”, ma se proprio saranno obbligati ad “abbracciarlo”, si affideranno ad una delle soluzioni triband.

Dopo tanto sentir citare questi hot spot pubblici, quale canale alla portata di tutti e in ogni luogo, parliamone: conoscendo la situazione italiana ed estera e ancora poco rassicurati dalle date della liberalizzazione totale del servizio commerciale del Wi-Fi, da parte di un Ministero delle Comunicazioni, che tende a spostare sempre più in avanti questo momento (esattamente come riportato dal CorrierEconomia di lunedì scorso 5 maggio a pag. 8), abbiamo voluto sondare le intenzioni del più importante ISP italiano, presente in questa occasione, Telecom Italia Domestic Wireline, rappresentata da Massimo Castelli.

Questa la prima domanda: “Cos’è un vero hot spot pubblico?”
“Un posto come (uno tra tanti, all’estero) Bryant Park a New York City dove chiunque passi con un laptop o palmare dotato di scheda Wi-Fi può navigare, spedire, ricevere, fare quasi ogni cosa senza alcuna necessità  di registrazione e di pagamento. A tal proposito in USA alcuni provider, in carenza di normative legali, hanno mosso polemiche o critiche ai loro clienti che sceglievano questa apertura al pubblico, appunto, senza alcun riscontro di responsabilità , dovuta a nessuno”.

La successiva risposta è stata “in Italia in certi aeroporti o alberghi abbiamo installato hot spot pubblici…” abbiamo rispettosamente fatto notare che, si tratta di servizi a pagamento, sperimentali, singolarmente autorizzati dal Ministero, in attesa di normativa precisa per aprirsi al mercato, quindi hot spot sì, ma non pubblici dal punto di vista della gratuità …”allora non esiste niente del genere e comunque bisogna registrarsi con noi” ha proseguito il rappresentante di Telecom.

Insomma, che ci resta di questa esperienza?

Di certo non frasi ad effetto di Otellini come: “la tecnologia che stiamo creando coi prodotti Intel…”, “siamo solo all’inizio dell’era wireless…” e “il mercato è giunto ad una svolta…”, l’unica novità  portata da Intel con Centrino è semplicemente… l’arrivo in questo mercato.

Se Centrino fosse una innovazione che dire di AirPort, introdotto durante il Macworld Expo di New York City del 1999?

Apple, per presentare AirPort, aveva messo Phil Schiller a circa 20 metri d’altezza sul palco del Javits Center e, mentre imbracciava un iBook con AirPort integrato attivo, per dimostrare che lui riusciva a navigare il web senza cavi, si gettò di sotto verso Steve Jobs che lo attendeva, rimbalzò sui materassi da pompiere adagiati sotto e, una volta rialzato, ricominciò a navigare col suo portatile tenuto in mano.

Pubblico in visibilio. Qualcosa di molto scenografico e molto americano, ma se teniamo presente che fino ad allora non solo non si era mai visto un sistema del genere ma non esisteva nemmeno la dicitura conosciuta pubblicamente come IEEE 802.11b e tantomeno Wi-Fi, era semplicemente “il” wireless che faceva capolino su un prodotto Apple (sviluppato assieme a Lucent), era tutto giustificato.

A conclusione vogliamo solo ricordare che, se adesso, un italiano volesse installare, per uso personale, una Base Station Wi-Fi, non pagherebbe nessuna tassa e questo lo dobbiamo anche alla costante (seppur lunghissima) pressione che Apple fece a suo tempo per togliere quello che era un pesante balzello su Wi-FI.

Ne giovano anche tutti quei produttori che sono arrivati dopo e che si vantano di essere innovatori… in ritardo di quattro anni.

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