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Intel: “ecco i processori senza Megahertz nel nome”

735, 745, 755. Questi i nomi dei tre nuovi Pentium Mobile, appartenenti alla classe di Cpu con processo di fabbricazione a 90 nanometri, consumo di 21 watt all’accensione e nome in codice Dothan.

In realtà  arrivano con un certo ritardo, dato che l’esordio di questi “cuori” per l’architettura dei notebook basati su Centrino era atteso per febbraio. Ma ritardi nelle fonderie del silicio di Intel hanno costretto a posporre la commercializzazione dei tre prodotti. La cui velocità  di clock, per la cronaca, è rispettivamente di 1,7, 1,8 e 2 Ghz. Di più, rispetto almeno a quanto riesce a produrre Motorola nel campo dei PowerPC utilizzati per i portatili di Apple. Ma non così tanto di più. Neanche rispetto ad Amd.

Le tre nuove nomenclature delle Cpu indicano adesso uno schema di riferimento: memoria cache (in questo caso pari a 2MB di L2) e velocità  del bus, per esempio. In un momento in cui il mercato del wireless e dei laptop sta crescendo (circa il 17% nei prossimi cinque anni, media ponderata tra il 20% del segmento consumer e il 15% di quello business, secondo la società  di analisi Gartner), Intel si sforza di cavalcare altri driver che non siano quelli della velocità  di clock pura.

Dopotutto, il paragone con i Pentium per il settore desktop rischia di essere imbarazzante: quasi il doppio della velocità  con lo stesso indirizzamento a 32 bit. Quindi, almeno per ora, Santa Clara non può neanche far leva su di una differenza tecnologica (32 bit contro 64, G4 contro G5) che valga come differenza generazionale e renda impossibile per il consumatore il paragone.

Il problema c’è, però. Le vendite di Centrino sono attestate, secondo le ricerche della società  statunitense Current Analysis, sull’11% del mercato. Una frazione piccola e analoga a quella di sei mesi fa. Come dire: non c’è crescita. Forse anche per via del divario di prestazioni (almeno sulla carta) per le specifiche tra desktop e portatili. E – argomentano gli analisti – vista la propensione tutta statunitense per il “più grande è, meglio è”, il rischio è che il nuovo concetto quasi minimalista dell’architettura contrapposta alla forza bruta, il mito dei Megaherz, si possa rivelare una pericolosa arma a doppio taglio per il nuovo marketing dell’azienda di Santa Clara.

Il prezzo di lancio per i nuovi processori, riservati al mercato all’ingrosso degli assemblatori, è di 294 dollari per i 735, 423 dollari per i 745 e 637 dollari per i 755. Dell, Toshiba, Ibm e Gateway sono tra le prime aziende che si sono prenotate per acquistare ingenti quantitativi delle nuove Cpu a lotti di mille esemplari.

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