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Internet, museo planetario

Internet Museo Planetario. Questo il titolo di un convegno che si terrà  martedì 4 dicembre 2001 all’Accademia di Belle Arti di Bologna
Distante dalle solite e chiassose fiere d’informatica, ormai di attenuato interesse anche commerciale, l’incontro che s’inscrive in una serie di incontri sul tema arte ed informatico avviatasi sei anni fa, convoca soprintendenti, direttori di musei, galleristi, artisti, informatici, imprenditori, filosofi, scienziati della parola, psicanalisti per proporre le novità  e per discutere le questioni urgenti poste dalle telecomunicazioni e in particolare l’apporto che le nuove tecnologie possono offrire alla produzione e alla conservazione delle opere d’arte.
Dopo “Il museo virtuale” “La fotografia, la scrittura della luce”, “Immagine digitale e patrimonio artistico”, “Arte e innovazione informatica”, “Arte e informatica. Produzione e archiviazione” (5/12/2000), quest’anno viene esplorata la galassia Internet, intesa come un immenso museo planetario.
Organizzato dall’Accademia di Belle Arti e dall’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna, con il patrocinio della Provincia di Bologna e della Regione Emilia Romagna, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, il Convegno si propone di trovare il modo e le vie per cui le nuove tecnologie possono divenire strumenti essenziali per la civiltà  planetaria.
“Se finora il museo tradizionale – si legge in un comunicato stampa ha situato in uno spazio l’arte, la storia, la comunicazione, Internet comporta che il museo non abbia più un luogo che ospiti le opere, ma infiniti punti di consultazione. Come testimonieranno nei loro interventi l’ispettore centrale del Ministero per i Beni e Attività  Culturali, dott. Aldo Cicinelli, e il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, prof. Vittorio Mascalchi, lo stesso museo tradizionale se ne avvale sempre più, poiché ottiene dall’informatica la massima diffusione delle proprie opere, anche in riproduzioni tridimensionali, dunque percorribili, del museo stesso”.
Anche l’informatica trae vantaggio dal connubio con l’arte, se – come nota Marco Maiocchi, autore del libro Il bel programma. Percezione, struttura e comunicazione, docente di Disegno Industriale al Politecnico di Milano e fondatore di Etnotem e di Inet, che interverrà  al Convegno – la programmazione ormai opera più attraverso l’estetica che attraverso i contenuti.
Mettendo in rete le loro collezioni, anche le banche possono proseguire quell’opera di conservazione, sostegno e diffusione dell’arte che le ha contraddistinte fin dal Rinascimento. E spetterà  agli imprenditori e consulenti aziendali presenti dimostrare come, dissipati i facili ma sprovveduti entusiasmi iniziali, oggi questa combinazione tra arte e informatica possa costituire un importante valore per le imprese, soprattutto per quelle del tempo libero e delle comunicazioni. Per non parlare della rilevanza che l’intersezione fra arte e informatica può avere per l’invenzione di mestieri nuovi e di nuova imprenditorialità .

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