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iTMS e iPod, un circolo virtuoso mondiale

Grandi problemi per Apple a soddisfare le richieste di iPod e iPod mini, il mercato tira all’incredibile per questi oggetti ormai di culto.

La fetta più grossa dei suoi clienti è in USA, anche perché la disponibilità  di iPod/iPod mini è più ampia, ma anche all’estero non si scherza, tanto che, lo ricorderete, a Cupertino avevano deciso di ritardare la distribuzione dell’iPod mini, in vari paesi che non fossero gli Stati Uniti.

In Europa la disponibilità  teorica è partita il 24 luglio, chi lo avesse ordinato puntualmente sull’AppleStore durante la prima settimana di quel mese, ovvero i giorni del via libera degli ordini, lo sta forse solo ora ricevendo dopo vari spiacevoli ritardi (“entro e non oltre tale data riceverà  la merce”, comunicato al cliente per due o tre volte allungando sempre più i termini).

In paesi come il Brasile l’iPod mini (che si paga un equivalente di oltre 500 euro!) poteva essere distribuito solo a partire addirittura dal mese d’agosto, in Sud Africa l’iPod è ordinabile ma non disponibile, senza precisare date certe.

C’è chi sostiene che sia l’iPod che crea il successo di vendita di musica presso l’iTunes Music Store, c’è chi sostiene il contrario, ovvero che avere un iTunes Music Store attivo nel proprio paese fa venire la voglia irrefrenabile di possedere un iPod.

Che Apple abbia deciso di dirottare più iPod e iPod mini nei paesi dove iTMS vende musica sembrerebbe ragionevole visto che la combinazione dei due è praticamente imbattibile, ma questa è solo una sensazione, cifre ufficiali delle percentuali di distribuzione non ce ne sono.

Apple non deve essere particolarmente fortunata con i suoi fornitori: con Motorola non arrivavano mai i G4 della potenza richiesta da Apple, con i G5 di IBM sta succedendo più o meno la stessa cosa, idem per i mini hard disk di Hitachi da 4 GB contenuti negli iPod mini… ma si tratta veramente di fornitori incapaci? Il problema è l’innovazione vera, ogni volta che Apple sforna un prodotto innovativo non può contare su una disponibilità  abbondante, siamo sempre all’inizio di un’avventura tecnologica senza precedenti, è il prezzo da pagare. E lo sanno bene i pochissimi tra i nostri lettori che hanno provato ad ordinare una Ferrari a Maranello.

Un caso, tra tutti i paesi mondiali, però si discosta: è il Giappone.

Nel paese del Sol Levante Apple ha una quota importante del mercato e non a caso gli unici due AppleStore fuori dagli USA (oltre a quello di Londra previsto per l’autunno, probabilmente in occasione di MacExpo) si trovano uno a Tokio e l’altro a Osaka mentre già  si vocifera di un terzo a Nagoya-Aichi.

Il candido iPod in Giappone è letteralmente un colossale successo di vendite e per gli iPod mini ordinati sull’AppleStore oggi bisogna attendere un mese almeno (ritardi “entro e non oltre” a parte) e la prova è nei dati di GFK Marketing Services Japan secondo cui ai primi otto posti nella classifica di vendite dei player di musica digitale ci sono sei modelli di iPod.

Il marketing è esploso (in realtà  senza necessità  di spingere il prodotto ma solo per caricare l’effetto icona tecnologica-modaiola): affissioni colorate sui treni e nelle frequentatissime stazioni nipponiche, spot televisivi dove si stuzzica anche il “padrone di casa” Sony con la dicitura “goodbye MD” (arrivederci MiniDisc), e un sacco di persone che in metropolitana o per strada indossano le classiche auricolari bianche, incrociando gli sguardi si scambiano un sorriso di compiacimento reciproco.

Il maggior responsabile di Apple in Giappone Yoshiaki Sakito (ex di Sony, tra l’altro) ha appena comunicato che entro l’anno prossimo anche quel paese avrà  il suo iTunes Music Store con prezzi paragonabili ai 99 centesimi di dollaro a canzone usuali per gli Stati Uniti, ovvero quindi, al cambio di oggi, a circa 108/109 yen (forse per motivi di marketing 99 yen?), un prezzo molto interessante per il Giappone.

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