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Kensington WiFi Finder: alla ricerca della rete wireless

wi-fi finder kensington

Supponiamo che abbiate ultimato la vostra tecnologica rete wireless, invisibilmente stesa per tutto il volume del vostro ufficio o appartamento; come sincerarsi che ogni spazio utile sia effettivamente coperto, oppure che il segnale non oltrepassi una certa soglia di sicurezza?

Il primo sistema sarebbe, evidentemente, quello di aggirarsi per ogni ambiente con un portatile dotato dell’opportuna connettività , misurando e graficando il segnale con uno dei tanti programmi atti allo scopo. Ma per un simile ricerca, potenza di calcolo e macchina sono sinceramente sprecati.
Corre in aiuto, dunque, all’accorto amministratore di reti, una seconda e più pratica opzione: uno scansore di rete wireless, dispositivo specifico per l’individuazione e rilevazione delle reti Wi-Fi negli standard 802.11b e 802.11g.

Analizziamo, in questa recensione, uno dei primi dispositivi apparsti sul mercato, ed in vendita già  da qualche mese: il”WiFi Finder” di Kensington.

L’intera elettronica è contenuta in un essenziale guscio plastico di 7.5 x 5.5 cm di lato, terminante con gancetto a mò di portachiavi, ad una delle estremità . Un unico pulsante comanda la scansione dei 13 canali di AirPort e l’unico ed inequivocabile sistema di indicazione è l’accensione di tre led, proporzionali all’intensità  del segnale ricevuto.
Più vicini si è alla sorgente, più led verdi si attivano, mentre la mancanza di campo si ripercuote in un ritmato pulsare di un led rosso: niente rete wireless! L’estrema semplicità  del congegno non prevede neppure un interruttore di spegnimento, i led terminano la loro funzione dopo un paio di minuti di inattività  per economizzare l’energia delle pile (queste ultime, comuni pile a bottone CR2032 del tipo di quelle da orologio, facilmente sostituibili, aprendo le uniche due viti dell’apparato).

Abbiamo compiuto diversi test di “gittata”, per evidenziarne pregi e limiti nella rivelazione. Sia con il nostro PowerBook Aluminium che con un access point Netgear e i risultati sono sempre stati soddisfacenti, individuando tutte le volte gli apparati in funzione.
Nello specifico, in differenti appartamenti, abbiamo verificato la capacità  di individuare la copertura della nostra AirPort fino a circa 15 metri, al chiuso, con muri non troppo spessi e corridoi con molti spigoli, sui quali il segnale si infrange.
Posizionando l’access point sul balcone, il segnale viene rilevato fino ad una soglia di circa 40 metri, ma a quel limite il campo è praticamente troppo debole perché si possa consentire una effettiva navigazione internet …

Il Wi-Fi Finder segnala la presenza di una rete senza fili anche in assenza di traffico su quest’ultima, a differenza di altri analoghi dispositivi che evidenziano l’hotspot solamente in base ai pacchetti in transito.
Volutamente lo abbiamo messo alla prova in una difficile situazione: localizzare una rete wireless situata in un’area universitaria, rete “chiusa” e “nascosta” dal protocollo LEAP, per impedire accessi illeciti ed indesiderati. Purtroppo l’analizzatore non ha trovato alcuna rete, comunque non rilevata neppure da una scansione con mezzi più sofisticati e specifici, lasciandoci col dubbio di non poter effettivamente imputare all’apparato, la mancata segnalazione.

Nell’utilizzo, si genera un indiscutibile effetto da agente segreto: estrarre dalla tasca un oggetto del genere ed annunciare con disinvoltura agli astanti di essere sotto la copertura di una rete wireless, non è cosa che si possa ottenere scenograficamente con altri mezzi.

Sfortunatamente l’errore può essere dietro l’angolo, ed una tale affermazione potrebbe anche rivelarsi non veritiera. Svariate volte, infatti, i led verdi si illuminavano, pur non essendoci una effettiva rete 802.11 nelle vicinanze. Mistero del “falso positivo” svelato in un secondo momento, accorgendosi che il WiFi Finder rileva anche le emissioni dei dispositivi Bluetooth attivi in zona, poiché anche essi operano nella medesima fascia di frequenze.

Impossibilità  di poter discernere il segnale nella banda dei 2.4 GHz, quindi, che ne limita l’utilità  agli scenari di analisi della copertura wireless, descritti nell’introduzione, piuttosto che ad un vero e proprio strumento per il wardriving.
Dalla sua ha, però, l’essere un dispositivo dall’ingombro e dal peso minimo, dal costo tutto sommato contenuto.

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