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La speranza nel software

Uno dei temi dominanti del MacWorld e’ sicuramente MacOs X in riferimento allo sviluppo di applicazioni native.
Per capire quanta rilevanza sia stata assegnata a questo argomento da Apple sarebbe bastato cronometrare il tempo assegnato all’argomento da Steve Jobs ieri. Sul palco sono saliti dieci rappresentanti di societa’ che operano nel mondo dello sviluppo per annunciare la loro dedizione al nuovo sistema operativo, in alcuni casi anche annunciando tempi di rilascio. Si trattava di sviluppatori importanti, del livello di Adobe, Quark e IBM. Molti altri pero’ stanno lavorando in alcuni casi anche molto intensamente per riuscire a completare drivers e applicazioni per il nuovo sistema operativo. In tutto si tratta di un migliaio di applicazioni gia’ native alle quali, secondo informazioni che abbiamo raccolto tra gli stand, si aggiungeranno almeno altri 500 prodotti entro la fine del mese di settembre, senza contare ovviamente i numerosi prodotti shareware.
Un elenco parziale viene presentato in una pagina che Apple ha messo in linea nelle scorse ore. C’e’ un po’ di tutto, da produttori di hardware di “nicchia” come Media 100 a grandi realta’ che operano nel settore di periferiche consumer come Canon, HP. Case che producono giochi e utilities, societa’ specializzate in pacchetti di grande utilizzo in ambienti professionali.
Jobs ieri ha illustrato lo stato di transizione da MacOs Classic usando l’immagine di un orologio. Secondo il CEO a questo punto della storia del nuovo Os sono trascorsi solo 20 minuti su un’ora che diventeranno 30 minuiti quando sara’ stato rilasciato MacOs 10.1 il prossimo settembre. L’impressione e’ che Apple stia portando a termine molto diligentemente il compito “pedagogico” di convincere le terze parti a credere nel nuovo Os e che queste stiano rispondendo.
Ora la sfida che Apple deve vincere a tutti i costi e’ convincere i suoi partner che la velocita’ e’ essenziale al successo dell’impresa. Potrebbe essere relativamente facile nel caso di piccole realta’, che non a caso sono state le prime nello sperimentare l’approccio al nuovo Os, meno facile con le grandi realta’ che devono fare i conti con applicazioni complesse e una base di installato solitamente molto tradizionalista e che non ha ancora alcun piano per la transizione a MacOs X.

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