Le società europee che tutelano lo sfruttamento del copyright musicale sono nel mirino dell’ufficio antitrust dell’UE. A suscitare l’attenzione dell’Unione il cosiddetto ‘accordo di Santiago’, un patto che coinvolge 16 società tra cui anche la SIAE Italiana, siglato all’inizio degli anni 2000 e che estende il concetto della territorialità presente nella legislazione di ciascun paese, al mondo di Internet.
Lo scopo principale dell’accordo di Santiago dovrebbe essere, in realtà , quello di offrire a chi gestisce un negozio di musica on line un sistema per acquisire il diritto a farlo senza essere costretto a trattare con ciascuna singola società detentrice dei diritti e nello stesso tempo a garantire che le stesse società continuino a beneficiare dell’attuale schema che offre loro pieno controllo sui territori di competenza.
Proprio questo secondo aspetto, che si può considerare come una limitazione della concorrenza e della libertà di scelta dei consumatori europei, sarebbe nel mirino dell’Unione che si propone di indagarne i limiti e gli effetti pratici. Nonostante l’UE sia stata informata già dal 2001 dei dettagli dell’accordo di Santiago, il mutato scenario che coinvolge un numero crescente di operatori interessati ad entrare nel mercato europeo della musica on line, impone un’accurata indagine al proposito.
Ricordiamo che al momento è opinione comune, suffragata anche da diverse fonti vicine ai gestori dei servizi di download, che è proprio il bizantino schema di concessione dei diritti di copyright la principale ragione dei ritardi che stanno accumulando i negozi on line di musica digitale come ad esempio iTunes Music Store.