Il governo indiano sarebbe felice se Apple espandesse la produzione locale e dichiara di essere pronto a soddisfare le richieste di Cupertino. Lo ha dichiarato il Ministro del Commercio e dell’Industria Suresh Prabhu precisando che il governo del Paese rimane in attesa di proposte formali della multinazionale.
«Attendiamo una buona proposta da loro…Saremo molto felici di ricevere Apple, uno dei migliori marchi al mondo. Siamo disposti a individuare qualsiasi difficoltà che potrebbero incontrare. Saremo più che felici di risolvere questa difficoltà. Così rimaniamo in attesa di una proposta formale».
Le ultime dichiarazioni del ministro indiano riportate da The Economic Times sembrano rimuovere per l’ennesima volta qualsiasi ostacolo nelle lunghe trattative con Apple, in corso ormai da ben oltre un anno, un braccio di ferro tra il governo del Paese e Apple sulle concessioni su tasse, dazi e altre agevolazioni che Cupertino ritiene indispensabili per poter espandere la propria presenza in India, sia a livello di produzione che commerciale.
Ricordiamo che Cupertino ha già avviato da qualche mese la produzione locale di iPhone SE, operazione effettuata però senza aver ottenuto concessioni particolari. L’assemblaggio locale di iPhone, realizzato per Apple da Winstron, è necessario per poter ridurre tasse e dazi sull’importazione di prodotti di elettronica, con l’obiettivo di ridurre il prezzo di vendita di iPhone.
Nelle scorse settimane sono circolate indiscrezioni sulle intenzioni di Apple di incrementare ulteriormente la produzione locale di iPhone, ma rimangono ancora in sospeso concessioni e incentivi che il governo periodicamente si dichiara disposto a concedere ma che in realtà non arrivano. Tra queste anche un alleggerimento della norma indiana che impone il 30% di produzione locale come condizione indispensabile per poter aprire negozi monomarca, fondamentale per Cupertino per poter finalmente aprire Apple Store locali e vendere direttamente i propri prodotti, fino a oggi commercializzati da distributori locali.
