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MacOS X e sviluppatori italiani: primo report.

Ecco il report di un nostro lettore… in giornata su MacProf troverete un dettagliato resoconto sui linguaggi e sistemi di programmazione con MacOS X.

“Crowne Plaza Hotel
San Donato Milanese
4/12/2000

Moderato Entusiasmo, relative novità  e alcune conferme: ecco la tappa milanese degli incontri organizzati da Apple per spiegare agli sviluppatori MacOS X.

Nella cornice del Crowne Hotel di San Donato Milanese si è svolta la tappa di Milano delle conferenze organizzate da Apple per gli sviluppatori su MacOS X e Java. Sottotono sin dalla registrazione, con la consegna di una cartelletta contenente fotocopie dei depliant di Power Mac G4, Power Mac G4 Cube e AppleCare Protection Plan, oltre al depliant pubblicitario di Diff (“nuovo servizio informativo a contenuto informatico e tecnologico interamente realizzato su Internet ed in italiano”), la conferenza ha preso il via con G. Ferrari che ha presentato gli interventi in programma (ed Enzo Biagini in incognito a lato del palco). Il primo relatore a prendere la parola è stato Guillermo Ortiz, con un’introduzione per spiegare come Apple intenda con MacOS X dare la possibiltà  agli sviluppatori di affacciarsi su nuove aree che non hanno ancora mai toccato e che non riguardano solo MacOS, e la presentazione del responsabile WWDC europeo per l’assistenza agli sviluppatori, Eshwar Vangala ([email protected]).

A seguire il primo intervento “tecnico”, tenuto da Godfrey Di Giorgi (che a dispetto del cognome afferma subito di parlare solo inglese) sulle opportunità  per lo sviluppo che offre OS X. Oltre alle possibiltà  di porting di applicazioni già  scritte per MacOS offerte dagli ambienti Classic (con le limitazioni riguardanti l’accesso a basso livello e l’ accesso diretto all’HW) e Carbon, e la possibilità  di scrivere appositamente per MacOS X attraverso l’ambiente Cocoa, si è messo l’accento sulla relativa semplicità  con cui è possibile migrare applicazioni scritte per ambiente Unix/Linux o in Java.

Un veloce commento sull’architettura di OS X e sulla sua struttura a layer e una battuta sulla novità  (“mai vista sui Macintosh”) costituita dalla shell e dall’interfaccia a linea di comando, seguiti dall’affermazione che Apple ha tutta l’intenzione di fornire supporto al più ampio ventaglio possibile di tool per lo sviluppo concludono l’intervento.

A seguito delle domande effettuate dal pubblico, non molte ma tutte appropriate, viene chiarito che la Public Beta oggi in commercio non è stata progettata per lavorare con MacOS 9.1 ma solo con 9.0.4 e che per questioni di pianificazione bisognerà  aspettare la versione finale di MacOS X per avere la compatibilità  con quello che è destinato ad essere l’ultimo dei sistemi classici (ma il problema riguarda ovviamente solo l’ambiente Classic).

Inoltre è stato anche puntualizzato che Apple è concentrata sull’obiettivo di supportare nativamente solo i linguaggi di programmazione Objective C, C, C++ e Java.
Questo comunque non impedirà  a terze parti di rendere disponibili ambienti di programmazione per altri linguaggi (si è parlato di CodeWarrior e REALBasic).

Dopo la pausa, la seconda parte della conferenza è stata dedicata alla tecnologia Java su MacOS. Apple ha chiaramente fatto capire di credere in Java come unico linguaggio che permetta di sviluppare applicazioni realmente cross-platform e di essere convinta che il supporto di Sun al linguaggio non verrà  meno.

Alan Samuel ha elencato i pregi del linguaggio (dalla possibilità  di spalmare l’investimento fatto per lo sviluppo su diverse piattaforme, alla versatilità  del linguaggio che viene utilizzato tanto sui microcomputer che sui cellulari o sulle automobili), ha parlato della certificazione Oracle a MRJ 2.2.3 (che è l’implementazione di Apple di JDK 1.1.8), dell’impegno di Apple per rilasciare J2SE su OS X, delle API Java-enabled di Apple e dell’architettura di Java su OS X. Ha elencato le possibilità  di sviluppo in Java con ProjectBuilder, CodeWarrior, i tool in stile standard Unix e quelli che stanno per arrivare (tra cui JBuilder di Borland).

Dopodichè ha riproposto le cifre conosciute sul numero di download di QT per presentare Quicktime per Java, sistema di API cross-platform che forniscono agli sviluppatori Java accesso a QT, e framework che garantisce l’integrazione tra Runtime Java e QT, appunto.
Al termine, altro breve scambio di domande e risposte, dove apprendiamo che MacOS X Server non è considerato da Apple un sistema operativo, quanto un prodotto, e quindi i relatori non si sbilanciano ma fanno capire che quando OS X sarà  disponibile potrà  costituire la base per il prodotto che è appunto il Server.

Altra domanda critica: quando sarà  disponibile OS X? La risposta, all’inizio dell’anno prossimo, è chiaramente poco soddisfacente per la platea, e così la precisazione è d’obbligo.
Apprendiamo dunque che l’inizio dell’anno prossimo non sarà  Giugno e neppure Maggio, ma prima, e che potremo avere una sorpresa…

Giusto il tempo per un paio di battute ancora sulla maggiore facilità  che comporterà  installare e rimuovere le applicazioni (che nella maggior parte dei casi si risolverà  in una semplice copia) e sui multiprocessore che saranno sfruttati in maniera naturale dalle applicazioni scritte in Java, e la conferenza si chiude in anticipo sui tempi previsti.

Nell’aria un po’ di scontento per chi si aspettava qualcosa di più tecnico o qualche novità  (come i tanto attesi driver per le periferiche) ma oggi Apple aveva un po’ di fretta: speriamo che sia perchè sta preparandoci una bella sopresa!

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