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MacProf intervista DJ Spiller

In vetta alle classifiche dance prima d’inghilterra e ora d’Italia c’e’ con “GrooveJet” non solo un bravo DJ  italiano che ha sbaragliato la concorrenza di gruppi e solisti iperpromozionati e con budget miliardari ma anche un grande utente di computer con la Mela che di disco in disco e’ arrivato ad uno dei traguardi piu ‘ ambiti.

MacProf lo ha intervistato per farsi rivelare le sue passioni informatiche e i segreti di un successo costruito anche con i Mac.

Essere in cima alle top chart dance inglesi non è cosa di tutti i giorni specialmente se non avete alle spalle una grossa multinazionale che fa promozione e siete appartenuti a qualche famosa band o famiglia musicale.

Dj SpillerGrooveJet, l’inno dance di fine estate in UK e ad Ibiza appartiene a quello che possiamo definire un Outsider delle chart dance… ma quel che più ci interessa oltre al traguardo raggiunto con un pezzo valido portato in quota dalle proprie qualità, sbaragliando varie Spice afone e il geniale Robbie Williams, ¤ che dietro la sigla DJ SPILLER si cela un DJ Italiano e un grande Mac fan.

Spiller è infatti il “nostro” Cristiano Spiller (vero cognome) che di serata in serata, di mix in mix, di Mac in Mac (!) è arrivato in cima ad una delle vette più ambite da tutti i DJ: il numero uno delle chart dance Inglesi a fine Agosto ed ora anche quello della relativa classifica di MTV italiana. (Ma abbiamo visto il suo video girare a lungo su tutte le MTV europee)

MacProf: Come nasce la tua passione per il Mac? E’ contemporanea al tuo ingresso nel mondo della produzione musicale?

Spiller: Si, decisamente…
E’ stato nel 95, dopo 5 anni che facevo il dj; troppo spesso avevo qualcosa da ridire sulle produzioni che sentivo e quindi ho deciso di provare a dire la mia, non sono uno di quei DJ che va in uno studio a pagamento e si fa fare tutto da qualcun’altro, quindi mi sono comprato un paio di macchinari e ho iniziato sbatterci la testa contro, senza nessuno che mi insegnasse.

Il budget era molto basso ma un mio amico mi aveva dato un consiglio sacrosanto: “Piuttosto resta al verde ma comprati un MAC, non un PC!”
Ed è cosi’ che la prima spesa è stata un fantastico LCIII di seconda (o forse terza mano) e un akai s1000 non espanso, anche questo usato.
Spesa complessiva circa 3 milioni.

MacProf: Che apporto danno i Mac al tuo lavoro attualmente?

Spiller: Questo mio ultimo successo “GrooveJet” che mi ha fatto conoscere un pò’in tutto il mondo l’ho fatto tutto “all’interno” del mac: ne è uscito direttamente un cd dal masterizzatore. trovo che questo sia fantastico, al giorno d’oggi chiunque può fare musica anche solo con un buon computer, pochi anni fa senza spendere un sacco di soldi sarebbe stato impossibile.

Comunque per me il MAC non è solo lavoro, lo uso un pò per tutto.

Adesso ad esempio sono a Londra in aereoporto e il mio aereo è in ritardo di 3 ore… qual migliore notizia?
E’ giusto la durata della batteria del mio LibroPotenza!
Oltre ai programmi musicali uso tantissimo internet per email, ICQ, shopping online (compro di tutto ahimè, cd, software, scarpe, vestiti, biglietti per spettacoli, videogames), in piu’ perdo un sacco di tempo a giocare a StarCraft in BattleNet… un videogioco di strategia in tempo reale che si gioca in internet con migliaia di giocatori sempre collegati, molti dei quali sono mac-users!

MacProf: Hai usato il Mac per promuovere la tua produzione anche in maniera autonoma? Il tuo hit single ha avuto una lunga storia prima di approdare alle classifiche, ce la puoi raccontare?

Spiller: Tutto è iniziato la notte prima di volare a Miami per l’edizione del 99 della W.M.C. (Winter Music Conference), un’evento che si svolge a marzo dove si trovano tutti i DJ e Etichette più importanti del mondo per scambiarsi opinioni, nuovi lavori, parlare di collaborazioni ecc ecc..

Io non volevo dormire la notte per dormire il giorno dopo in aereo, avevo solo il mio G3 in camera da letto perché lo studio era “under constructions”, quindi ho acceso il computer e ho fatto la traccia strumentale di Groove-Jet in 3 ore circa, e ho masterizzato un paio di CD…

La sera dopo a Miami ho suonato il cd nell’autoradio di Boris Dlugosch, un famoso dj/produttore tedesco, e mi sono dimenticato il cd nella sua macchina… la sera c’era una festa importante in un locale che si chiama Groove-Jet e lui suonava lì, e a soprpresa, ha suonato il pezzo con una grossa approvazione di tutti gli addetti ai lavori che erano presenti!

E’ stato lì che ho deciso di chiamarlo Groove-Jet.
Per tutta la conference tutti hanno parlato diquesto “misterioso” disco che Boris aveva suonato quella sera, è stata una bella soddisfazione!

Tornato in italia dopo alcuni tentativi di licenziare il disco ad alcune etichette finiti male (contratti poco interessanti) ho deciso di autoprodurmi dei dischi promozionali sotto un’etichetta fantasma che ho chiamato “Fruit Of The Moon”, il cui logo era una mela Mac multicolore morsicata da ambo i lati, un torsolo insomma…

I promozionali ebbero subito un grosso successo e scalarono tutte le classifiche house europee e mi fecero avere delle ottime offerte dalle migliori etichette house mondiali!

MacProf: Lavorare in Italia con artisti della scena inglese come Sophie Ellis Bextor... (la bravissima interprete vocale del brano) è possibile?
Come vi siete incontrati e avete iniziato a collaborare?
Come entrano in gioco il Mac e Internet in tutto questo?

Spiller: Beh secondo il mio modesto parere ormai si puo’ lavorare quasi dappertutto, Londra è un po’ il centro del mercato musicale da tanti anni, ogni genere musicale conosciuto ha un movimento lì, sia esso Underground o da Majors, e tutta l’europa guarda le classifiche inglesi e in base a quelle decide poi su cosa investire nei propri paesi, ma questo non significa che non si possa influenzare tutta la scena londinese standosene a casa propria dall’altra parte del mondo.

 

Siamo nell’era della comunicazione e possiamo far recapitare qualsiasi cosa in qualsiaisi parte del globo nell’arco di 24 ore, con internet possiamo anche farlo in un pugno di secondi a volte… questo è fantastico!

Ho conosciuto Sophie cosi’, tramite alcuni CD che la Positiva (EMI) mi aveva spedito, mi E’ piaciuta la sua voce e a lei è piaciuto Groove-Jet, sono andato a Londra e abbiamo registrato la voce in uno studio lì, il giorno dopo sono tornato a Venezia e ho mixato il pezzo in studio da me.

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MacProf: Grazie Spiller, ci risentiamo sulle liste che frequentiamo: MusiMac e PocTalk… rigorosamente Mac e… molto Groove!!!

 

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