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Macworld, ecco perché sarà  iPhone

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David Sabotta è un ex dipendente Apple: ha lavorato oltre 20 anni per la casa della Mela e ha ricoperto la carica di Manager per le vendite USA. Sabotta non ha dubbi: nel suo Keynote del 9 gennaio al Macworld, Steve Jobs non presenterà  un Mac versione Tablet bensì il famigerato “iPhone”, ovviamente sotto altro nome.
La previsione si aggiunge così agli infiniti rumors e analisi che danno per certo questa e quell’altra presentazione di prodotti e soluzioni tutti rivoluzionari. Ma nel caso dell’ex dirigente Apple è interessante scoprire come e perché è giunto a queste conclusioni.

L’evento risale a una riunione tenutasi nella primavera del 2002 che vede partecipanti alcuni massimi dirigenti dell’Istituto Nazionale di salute, diverse persone Apple tra cui lo stesso Sabotta e naturalmente Steve Jobs.

Organizzazione e riunioni horror
Innanzitutto Sabotta precisa che organizzare una riunione tra dirigenti Apple è un’affare complesso che richiede circa due mesi di preparativi. Se poi all’evento deve partecipare anche Jobs ai tempi suddetti occorre aggiungere altre 6 settimane per inoltrare richiesta formale attraverso la scala gerarchica.
Fatto questo, con un pizzico di fortuna e se capita che Steve sia nei paraggi quel giorno si ha l’assicurazione che, salvo qualche imprevisto, Jobs farà  una capatina alla riunione e si tratterrà  per tutto il tempo che riterrà  necessario.

Una volta che si ha la quasi totale certezza che forse Steve presenzierà , iniziano le storie d’orrore degli altri dirigenti, tutti d’accordo nell’affermare che la cosa migliore è che Steve non si presenti proprio il giorno dell’evento.
Infatti se entrerà  dalla porta inizierà  a parlare degli ultimi progetti in cui è stato immerso recentemente, magari iTunes o GarageBand, anche se questo non c’entra nulla con l’argomento della riunione o con quello che i clienti presenti vogliono sentirsi dire.

Inutile sottolineare come questo tipo di comportamento non solo fuori dagli schemi, ma addirittura agli antipodi di questi, sia l’ultima cosa che un dirigente delle vendite vuole sentirsi dire oppure peggio che capiti durante una riunione con un importante cliente.

Il punto cocente di tutto, continua Sobotta, è che le storie d’orrore di riunioni che vedono Steve rimproverare i clienti sono tutte vere.
In fase di ricontrattazione con Disney per i diritti di distribuzione dei film Pixar, Steve Jobs ha ripreso in malo modo uno dei massimi dirigenti Disney davanti al suo intero staff. Riferendosi a due recenti film Disney che non avevano brillato al botteghino, Jobs disse che potevano tranquillamente aspettarsi altri risultati simili finché il dirigente in questione fosse stato così stupido da non integrare i computer Mac nei processi creativi.

Infine un paio di note circa l’atmosfera della sala all’ingresso di Steve: ogni cosa si ferma e tutta l’attenzione è rivolta a lui. Il simpatico Sobbota ammette che all’ingresso di Steve si ha l’impressione che ogni altro pensiero sia come risucchiato fuori dalla sala. Chi vuole vivere non deve prendere appunti, questa è una frase attribuita direttamente a Jobs, inoltre anche in recenti riunioni delle vendite nessuno è autorizzato a utilizzare portatile, telefono o computer mentre Steve parla.

Convincere Steve a produrre un tablet Mac: la stroncatura
La delegazione dell’instituto nazionale di sanità  era lì per chiedere e convincere Apple per produrre un Mac Tablet per l’impiego clinico, supportati dalle recenti (allora) affermazioni di Bil Gates che il tablet sarebbe presto diventato il formato più diffuso di computer.

In prima battura Jobs risponde che i tablet sono un mercato troppo piccolo perché Apple spenda le sue risorse limitate e, anche se la quota crescesse, non raggiungerebbe mai una percentuale di interesse per Apple. In secondo luogo il fattore di forma è completamente sbagliato. Ancora, Apple è più interessata a creare nuovi mercati, piuttosto che cercare di raggiungere altre società  che cercano di creare un nuovo mercato con prodotti discutibili.
Ciò nonostante i dirigenti dell’istituto nazionale vollero ancora insistere nella loro richiesta. A questo punto secondo Sobotta, Jobs offre una risposta memorabile, la migliore che lo stesso Sobotta abbia mai sentito pronunciare da Jobs.

Prima di tutto la banda insufficiente per il trasferimento di immagini dalle grandi dimensioni, inoltre i livelli di sicurezza per le comunicazioni senza fili non sono nemmeno lontanamente sufficienti per svolgere i compiti necessari per l’istituto nazionale di salute. E Steve continua: la risoluzione video offerta dai tablet non è adatta per le immagini mediche in alta qualità  richieste dall’Istituto Nazionale. Concludendo infine che qualsiasi prodotto progettato per lavorare in campo medico sarebbe soggetto a grandi responsabilità . In questo modo Steve ha posto la parola fine circa le richieste di un Mac formato tablet.

La vera convergenza secondo Steve Jobs
Così i dirigenti dell’Istituto Nazionale di Salute passano al secondo argomento, convincere Apple a sostenere con RIM una migliore compatibilità  con i diffusi BlackBerry. Jobs risponde che si tratta anche in questo caso di un prodotto di nicchia. Inoltre anche se ci fosse stata la convergenza tra telefoni e computer, il BlackBerry non sarebbe stato il dispositivo protagonista. Alla domanda di come sarebbe stato secono Jobs un possibile iPhone, Steve risponde che il vero dispositivo di convergenza e inseparabile dall’utente dovrebbe potersi infilare senza problemi nella tasca della camicia e allo stesso tempo essere meglio sia del telefono sia del computer.

Macworld 2007: ecco perché sarà  iPhone
Certo questa riunione è avvenuta nel 2002 ma la situazione attuale secondo Sabotta è perfetta per la presentazione di un iPhone o comunque questo si chiamerà . Le dimensioni impressionanti del mercato dei cellulari (986 milioni di unità  nel 2006 secondo Gartner), una possibile breccia a disposizione di Apple per intervenire sulle ancora troppo confuse interfacce dei telefoni in circolazione, un accordo Apple e Samsung che permette di avere le spalle coperte per qualsiasi quantitativo di memoria Flash necessario, infine buone relazioni con i costruttori di cellulari.
Il primo esperimento con Motorola con il ROKR rappresenta il classico percorso di Apple di conoscere quello che serve attraverso la collaborazione, prima di entrare in un nuovo mercato. La stessa cosa è avvenuta con i primi computer portatili Apple costruiti grazie alla collaborazione di Sony. Ora i notebook Apple e Sony competono tra di loro, anche se le batterie sono sempre costruite da Sony.

Ultima importante considerazione che spinge sempre più l’ex dirigente Apple ad aspettarsi un iPhone piuttosto che un tablet Mac. Ancor prima che si innescasse il fenomeno iPod, i dirigenti Apple affermavano che la strada per il successo non era attraverso la vendita di migliaia di prodotti costosi, piuttosto vendere milioni di dispositivi dal prezzo contenuto. Per tutte queste ragioni il mercato dei telefoni cellulari è perfetto sotto ogni aspetto per la strategia di Apple.

[A cura di L. M. Grandi]

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