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Microsoft chiede aiuto agli Usa per il caso antristrust Eu

Microsoft va all’attacco nel caso antitrust europeo. La società  di Redmond, a rischio di una multa di due milioni di dollari al giorno per non avere soddisfatto le imposizioni dell’Eu, ora chiede ad una corte federale americana di imporre ai suoi avversari, Ibm, Sun, Novell e Oracle, di consegnarle i documenti intercorsi tra di essi e il l’Unione e usati per istruire il processo e le successive sanzioni.

Secondo quanto si apprende dalla stessa Microsoft, la documentazione sarebbe rilevante nel caso l’Unione decidesse di procedere con l’imposizione della multa e, in conseguenza di essa, Redmond dovesse ricorrere alla Corte di Prima Istanza e poi alla Corte d’Appello. La stessa richiesta era già  stata inoltrata, senza successo, all’Unione nei giorni scorsi. Secondo Microsoft i documenti conterrebbero informazioni su come è stata condotta l’inchiesta e la modalità  con cui sono stati tenuti i contatti con i suoi avversari, tutti aspetti che devono essere noti a Microsoft anche in base alla trasparenza del procedimento. Un commissario europeo indipendente ha però negato a Microsoft il diritto a vedere quei documenti.

Di qui la scelta di rivolgersi alle corti federali americane (quella di san Josè, quella di New York e di Boston) che, in base alla legge americana, hanno il potere di imporre la consegna dei documenti usati anche in procedimenti internazionali se le società  coinvolte sono soggette alla giurisdizione e le leggi statunitensi.

L’Unione Europea deciderà  in un incontro fissato per il 30 e il 31 marzo se imporre la sanzione da due milioni di dollari al giorno a Microsoft. La multa, che avrebbe decorrenza da metà  dicembre 2005, si aggiungerebbe a quella già  molto salata da 497 milioni di euro versata da Redmond per avere abusato della posizione dominante sul mercato legando Windows Media Player al sistema operativo e operando per rendere difficile al software server della concorrenza operare con il suo sistema operativo client. Proprio su questo aspetto l’Unione Europea ritiene Microsoft reticente e non adempiente alle richieste inoltrate circa un anno fa.

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