Cosa manca alla ricetta per renderla veramente accattivante? “La nostra priorità – dice il Ceo Steve Ballmer al convegno di Gartner, la società di analisi di mercato, che si tiene in queste ore in Florida – è di essere una azienda innovativa. La buona vecchia strada, insomma, dell’innovazione per vincere nel mercato”.
E’ un amministratore delegato preoccupato e un po’ sulle spine quello che sta cercando di convincere uno dei templi degli analisti – cioè le persone che con i loro rapporti letti dagli azionisti e dai manager determinano in buona parte gli orientamenti dei mercati e delle Borse – circa la “nuova forza” di Microsoft.
A poche settimane da uno split in tre divisioni operative (che ha quasi il sapore di una operazione come quella minacciata per anni dall’Antitrust americano per rendere il mercato più bilanciato), Ballmer spiega: “Se non innoviamo, non siamo in grado di avere nuove versioni. Nessuno ha bisogno di aggiornare i propri sistemi. Nessuno ha bisogno di comprare le nostre nuove cose. Abbiamo molte possibilità di scelta per innovare… Siamo all’inizio di un anno di grandi innovazioni che la nostra azienda ha messo in cantiere”.
Il punto, oltre ai vari rilasci previsti a partire da Office per Windows versione 12, Vista (l’erede di Longhorn) e altre novità “minori”. Il problema, ha detto Ballmer, è che ancora Microsoft ha da lavorare per arrivare al livello che Ballmer vorrebbe: “Il giorno che verrò di fronte a questa plaatea a dire che Microsoft è uno Unix migliore di Linux sarà un giorno interessante ma ancora non è arrivato. Non stiamo vincendo più di quanto perdiamo. Infatti, stiamo vincendo in circa il 25% delle gare di mercato nelle quali cerchiamo di competere. Abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare”.
