Trenta milioni di dollari, più o meno 21 milioni di euro. Ecco quanto spenderà Napster per lanciare una campagna pubblicitaria ‘anti-iTunes’ che dovrebbe riequilibrare a suo favore il confronto per ora impari con il negozio di musica on line. La serie di spot e annunci su vari media come siti Internet e riviste specializzate, è stato reso noto nel corso della giornata di ieri, sono orientati a presentare i vantaggi dei nuovi servizi del negozio musicale e in particolare la possibilità di acquistare canzoni ‘in affitto’ e scaricarle sul proprio player portatile.
Questa opzione, che si basa su un meccanismo in abbonamento (si paga un canone mensile che dà diritto a prelevare dal sito di Napster quante canzoni si desiderano che saranno ascoltabili fino a quando si continuerà a pagare l’abbonamento) è resa possibile da un aggiornamento del sistema di protezione dei diritti digitali studiato da Microsoft. In precedenza questa opzione era aperta solo a chi faceva uso di musica digitale sul proprio computer senza trasferirla sui player.
Napster, si apprende da alcuni media, farà leva nel corso degli spot (di cui uno andrà in onda nel corso del Superbowl del 6 febbraio, in concorrenza con la pubblicità del concorso Pepsi-iTunes), sulla possibilità di riempire un player come iPod ad un costo di soli 15$ mensili invece che spendere 10.000$ come sarebbe necessario se si fosse clienti di iTunes Music Store.
Il lancio della campagna pubblicitaria non è una sorpresa per gli analisti che si attendevano proprio per questo periodo l’avvio del nuovo servizio. Quello che sorprende è la spesa che Napster ha deciso di profondere per essa. Trenta milioni di dollari rappresentano circa il tre quarti di quanto era previsto che Napster spendesse per l’intero anno in pubblicità e, certamente, è una cifra molto ingente per le casse della società di Chris Gorog. Secondo alcuni osservatori, citati dall’agenzia Reuters, come Robert Enderle di Enderle Group, Napster non ha però molte alternative visto che Apple ha speso almeno 100 milioni (secondo qualcuno addirittura 200 milioni) di dollari in pubblicità nel corso dell’anno e questo quando il suo player e il suo negozio già rappresentano il 70% del mercato.
Napster per recuperare terreno conta molto sul supporto dei produttori hardware che dovranno abbattere i costi dei player compatibili con la nuova tecnologia di protezione dei diritti digitali. Attualmente sono pochi i riproduttori capaci di leggere musica ‘in affitto’ e quei pochi hanno prezzi tra i 250 e i 500$. Solo la discesa al di sotto dei 100$, stimano alcuni analisti, potrebbe stimolare l’acquisto e spingerli a concorrere fortemente con iPod. Un altro fattore sarà il fattore semplificazione. Per ora gestire librerie di musica in affitto è più complicato che acquistare una canzone e averla a propria disposizione per sempre. Senza contare che il sistema in abbonamento, se a prima vista appare più conveniente, in realtà lo è solo per i ‘grandi utenti’ della musica digitale. Esso infatti obbliga a spendere annualmente almeno 180$, ovvero quanto basta per acquistare 180 canzoni, una ogni due giorni, più di quanto un utente medio può prevedere di comprare su iTunes Music Store. E questo poi con la prospettiva di dover pagare altrettanto, e per sempre, per poter ascoltare quella canzone senza limiti di tempo.