Si avvicina il momento del lancio commerciale della soluzione Drm di Navio.
La presentazione del nuovo sistema di protezione dei diritti digitali della società californiana (è basata a Cupertino, la stessa città dove si trova Apple) sta suscitando un grande interesse nei media per la promessa di funzionare in maniera protetta indipendentemente dal player su cui il file viene riprodotto. In pratica il sistema di Digital Right Management di Navio sarebbe totalmente “auto-referente”, non avrebbe bisogno, insomma, di poggiare su un particolare hardware per funzionare.
Se la promessa verrà mantenuta si sarà di fronte ad una vera e propria rivoluzione che potrebbe mettere in difficoltà le strategie dei produttori di lettori di musica e video. Ciascuno di essi (tra cui Apple) ha infatti sviluppato il proprio ecosistema su un differente concetto, legando Drm e piattaforma hardware in un vincolo indissolubile dove un contenuto protetto funziona unicamente sul player di riferimento. Con l’avvento di Navio, invece, questo legame sarà sciolto in quanto il file sarà protetto ma non legato ad uno specifico dispositivo.
Tra le realtà maggiormente interessate a questa prospettiva ci sono i fornitori di contenuti che sperano di poter distribuire audio e filmati senza essere costretti a codificarli in maniera specifica per ciascuna piattaforma: senza essere legati, cioè, ad uno specifico produttore hardware. Ad esempio le case discografiche potrebbero vendere musica da negozi indipendenti senza vincolarsi ad iTunes e sfruttare comunque la popolarità di iPod.
Anche i clienti avrebbero dei vantaggi. Non dovrebbero preoccuparsi di acquistare musica da uno specifico negozio perché ogni canzone comprata funzionerebbe con tutti i player oggi in commercio. Quando dovessero cambiare lettore non avrebbero la necessità di riacquistare tutta la loro libreria musicale o di video.
Il sistema con cui funziona il Drm di Navio non è specificato chiaramente, ma qualche mese fa il Ceo della società aveva parlato di reverse engineering, ovvero un processo che riproduce le condizioni di base del sistema Drm copiarne il codice. L’impresa, per quanto rischiosa dal punto di vista logistico (Apple potrebbe cambiare in continuazione il sistema Drm di iPod per mettere in difficoltà la concorrente) negli Usa è percorribile senza eccessivi rischi legali. La stessa Real sta seguendo questa strada (con un non entusiasmante successo commerciale, in verità ) per rendere compatibili le sue canzoni con il player di Apple.
A dimostrazione che, al di là dei dubbi sul reale ed effettivo funzionamento del sistema, c’è una grande attenzione per la proposta di Navio realtà come BMG Music Entertainment, Walt Disney Internet, Cingular e Verizon Wireless stanno sperimentando il sistema Drm.
Il fatto di vedere Disney tra le società che avrebbero un accordo con Navio, ovvero con una realtà che ha l’obbiettivo di smantellare il vincolo tra iPod e contenuti digitali, spinge a chiedersi come abbia potuto prendere l’alleanza Steve Jobs, che oltre che Ceo di Apple, è il maggior azionista del colosso dell’intrattenimento e del multimedia. Ancora più interessante sarebbe capire quale sia stata la reazione di Jobs nell’apprendere che l’esperimento di commercializzazione del Drm universale partirà per Disney con il lancio di “Cars”, ovvero del cartone in 3D frutto del lavoro, svolto da Pixar, quando questa era ancora indipendente.
Navio fa sapere che il lancio commerciale dovrebbe avvenire a giugno con la presentazione di una serie di filmati protetti che funzioneranno su iPod 5G.