Le tecnologie sono come i veli di una cipolla: sbucciandoli uno ad uno si raggiunge il cuore. Ma poi, se si sbuccia troppo, non rimane più niente. Forse è il caso di Longhorn, relativamente al quale si apprende che un’altra tecnologia chiave non ce la farà a debuttare per la fine del 2006 (inizio 2007), quando il sistema operativo di Microsoft verrà infine rilasciato.
“Ci vorranno – ha dichiarato il Senior Vice President di Microsoft Bob Muglia – da tre a cinque anni per sviluppare completamente e rilasciare la nuova generazione di shell per Windows”: come dire, su Longhorn niente da fare.
La nuova shell, cioè l’ambiente interprete di comandi comune ai vari Unix e Linux (ai quali si era ispirato a suo tempo l’ambiente dell’Ms-Dos) dovrà essere qualcosa di “futuristico, anni luce avanti a quanto esiste su Unix e Linux” dicono a Redmond. Il nome in codice è “Monad”, Microsoft Shell ovvero Msh. Si tratta di una evoluzione dell’attuale riga di comando (cmd) e permetterà oltretutto di integrare un’ampia serie di tecnologie di Longhorn (o del suo successore, verrebbe da dire) all’interno di una shell.
Quando Microsoft realizzerà il progetto saraemo inoltre di fronte di una notevole inversione di rotta rispetto all’attenzione data sinora dalla casa di Redmond alle sole interfacce grafiche. Consentire di amministrare macchine e server Microsoft basandosi su tool a riga di comando facili da programmare ma capaci di complesse possibilità di scripting infatti appare più come una necessità per attrarre e mantenere vicini ai sistemi operativi made in Redmond i numerosi amministratori che si stanno facendo le ossa invece su Linux e Unix. Ma il 2010 sarà un traguardo accettabile?