Leggeri, maneggevoli, solidi. Queste le primi impressioni che si hanno tenendo in mano i nuovi iPod presentati nel corso dell’evento di ieri e che, in anteprima mescolati alla straboccante folla di giornalisti, rivenditori e clienti privilegiati Apple, abbiamo potuto vedere da vicino.
L’iPod nano a prima vista è il modello che è cambiato di meno. In realtà una volta che lo si è impugnato si comprende immediatamente quale sforzo di ingegnerizzazione abbia fatto Apple riuscendo a migliorare un prodotto che era già quasi perfetto, fatta eccezione per l’eccessiva tendenza a graffiarsi. Cupertino ha lavorato proprio su questo aspetto reintroducendo quel metallo satinato e colorato che si era già visto negli iPod mini; anche qui il case circonda completamente il lettore la cui scheda madre appare letteralmente infilata dentro ad esso. L’effetto che il player produce all’impugnatura è lo stesso che si aveva con l’iPod mini: un prodotto molto leggero (ovviamente più leggero dell’iPod mini), nonostante la batteria potenziata, molto compatto e solidissimo. Stringendolo nel pugno si percepisce immediatamente lo spessore ridotto; sembra quasi che il bordo tagli la mano, non fosse che è elegantemente arrotondato. Anche lo schermo mantiene quello che promette. La luminosità è in maniera evidente superiore a quella dei modelli precedenti e le scritte sembrano anche più definite e incise.
Ancora più sorprendere è il contatto con l’iPod shuffle, piccolissimo. Ieri appena arrivati, tra i primissimi, in sala stampa lo abbiamo subito cercato ovunque, ma non riusciavamo a capire dove fosse. Solo dopo qualche secondo abbiamo realizzato che gli shuffle erano appesi alle maniche delle magliette dei tecnici Apple e se abbiamo capito dove fossero collocati è stato solo seguendo il filo delle delle cuffie, perché il player è difficile da vedere anche se si sa che c’è. Le foto, se danno un’idea delle dimensioni, non rendono giustizia della sensazione di compattezza e solidità del lettore. Preso in mano si ha l’impressione che quella ‘mezzo chewing gum’, come l’ha definito qualcuno, sia un pezzetto di metallo quasi indistruttibile. Il contrario, o quasi, del precedente iPod shuffle che conferiva una sensazione di ‘plasticoso’ non piacevole per qualcuno. La clip (serigrafata con il logo Apple) che si trova sul retro sembra anch’essa molto robusta e la molla resistente alle sollecitazioni. Un dettaglio interessante è il mini dock USB che serve per collegare il lettore al computer, dotato di un jack che si infila nella parte inferiore dell’iPod dove si trova anche la presa per la cuffia. Nella parte superiore ci sono due interruttori, uno per la riproduzione casuale dei brani e uno per lo spegnimento e l’accesione. Accanto si trova un buco che potrebbe, forse, essere usato per il reset del lettore.
Poche, invece, le novità che si percepiscono a prima vista dell’iPod 5G. La principale che balza all’occhio è la grande luminosità dello schermo. Abbiamo visto qualche filmato e l’impressione era notevole. Forse anche il fatto che le immagini erano in 640×480 i dettagli erano vivissimi al punto che non si sentiva l’esigenza i staccare lo sguardo dopo pochi minuti, come accade con altri schermi di dimensioni così ridotte.
Complessivamente, anche se giudicando solo a prima vista, gli aggiornamenti di iPod di ieri sembrano davvero molto interessanti, capaci di riaccendere (se mai si fosse spento) l’interesse per l’hardware Apple per la musica digitale in vista della stagione dei regali di Natale.