Si riapre oggi il processo Microsoft. Davanti alla giudice Kollar-Kotelly il gigante di Redmond verrà chiamato però non per discutere delle prove della sua colpevolezza, già assodate in primo grado e confermate in secondo, ma per dibattere dei rimedi da applicare perché non possa più abusare illegalmente dalla sua posizione dominante sul mercato. Di fronte Microsoft si troverà i nove Stati ‘ribelli’, ovvero quelli che non hanno accettato l’accordo tra il Dipartimento di Giustizia e gli avvocati della società delle Finestre che avrebbe dovuto mettere fine al caso.
I nove stati (California, Connecticut, Florida, Iowa, Kansas, Massachusetts, Minnesota, Utah, West Virginia, e il Distretto di Columbia) chiedono sanzioni più pesanti tra cui spicca l’obbligo di rilasciare una versione di Windows senza Internet Explorer e l’obbligo a rendere pubbliche quelle parti di codice di Windows che facilitano e rendono più trasparente la concorrenza sul mercato.
Le varie sedute, che prevedono la presenza sui banchi dei testimoni di importanti personaggi del mondo dell’IT tra cui anche i principali manager di Microsoft, dovrebbero durare almeno due mesi.
Intanto, a sorpresa, altri 25 Stati Federali hanno trasmesso un memoriale alla corte che, pur non essendo direttamente indirizzato a contestare a Microsoft colpe specifiche, potrebbe finire per minare uno dei pilastri difensivi di Redmond. Secondo gli avvocati di Gates, infatti, il tentativo dei nove Stati che non hanno aderito alla mediazione pone problemi anche nell’ambito delle competenze lasciando intendere che di argomenti con l’antitrust se ne deve occupare il governo federale. Posizione inaccettabile per gli Stati Federali che non vogliono correre il rischio di vedere legittimato da una corte qualche cosa che toglierebbe loro una parte di sovranità .
Ricordiamo che, sempre nei prossimi giorni, la giudice Kollar-Kottelly dovrà decidere anche dell’ammissibilità della mediazione tra Microsoft e il Dipartimento di Giustizia. Un patto che molti non hanno ritenuto negli interessi della nazione e per il quale la giudice potrebbe chiedere ancora modifiche.
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Oggi Microsoft torna in tribunale
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